«Il Comune si limiti alle spese obbligatorie». Ora e «fino all'approvazione del Bilancio di previsione 2013». Che, con le elezioni regionali e Politiche di mezzo, nella migliore delle ipotesi slitterà ad aprile. I Revisori dei conti danno l'ok all'assestamento dei conti di Palazzo Marino, quindi dopo l'illustrazione del sindaco ieri in Commissione, da lunedì può approdare in aula, ma nelle carte le indicazioni del Collegio lanciano un chiaro avvertimento. «L'ente - si legge - limiti sin da ora le voci di uscita alle sole spese obbligatorie» in considerazione «dell'elevata instabilità dei mercati a livello internazionale» e della «difficoltà di individuare un chiaro percorso di risanamento dei conti pubblici nazionali». Il Comune deve dunque «mantenere una linea di percorso prudente». Stipendi del personale e bollette? Il rilancio di Milano può attendere? Giuliano Pisapia prova a tenersi le mani libere, «con i revisori c'è un rapporto molto corretto e sereno, ognuno nel proprio ruolo, e credo che dal confronto verrà la possibilità concreta di poter fare quelle spese assolutamente necessarie per dare risposte ai cittadini». Ma il consigliere Pdl Riccardo De Corato gli fa presente che il parere «è vincolante, senza se e senza ma. Non c'è nessun confronto da fare: è una spending review imposta alla giunta». Fa presente peraltro che su 134 milioni stanziati per le Opere pubbliche nel 2012, solo 3 progetti su 22 sono frutto della giunta arancione, «le altre sono eredità dell'ex sindaco Moratti o addirittura Albertini, dalle piste ciclabili alla bonifica dall'amianto nelle scuole». Da quello che il centrosinistra ha chiamato per anni il «libro dei sogni», salvo metterlo ora in atto con una certa lentezza, scompare invece il progetto della Paullese. E nella fase di assestamento, risultano drasticamente sotto le previsioni rispetto al Bilancio votato a giugno gli incassi da Area C, biglietti Atm, multe: 19 milioni in meno.
Il Comune ha deciso invece di anticipare ora l'importo di 63 milioni del 2013 a favore di Expo perchè «ha mancanza di liquidi e abbiamo già la disponibilità economica» precisa Pisapia. Messo in conto anche un «piano b» per reperire i 194 milioni di fondi per la M4 se la Banca europea di investimenti non dovesse attivarli.
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