Coronavirus

Da ieri c'è solo un treno che va da Milano a Roma

Il nuovo decreto che vieta gli spostamenti costringe ad azzerare gli orari ferroviari

Da ieri c'è solo un treno che va da Milano a Roma

«In accordo con il ministero dei Trasporti abbiamo ridotto l'offerta commerciale» spiega sbrigativamente Fs Italia. Che tradotto significa un solo «Frecciarossa» al giorno per collegare il Nord al Sud Italia, ovvero il Torino Porta Nuova-Napoli Centrale. Con partenza dal capoluogo piemontese alle 8.40 e tre minuti appena di sosta a Milano (9.45-9.48) ma, attenzione, solo alla stazione Porta Garibaldi. Anche Italo, l'altro vettore ferroviario dell'alta velocità e che dal 19 marzo aveva confermato sei treni giornalieri, da ieri nel nord Italia ha limitato la sua presenza lungo la dorsale adriatica. Con un Roma-Termini-Venezia Mestre in partenza alle 7.55 e un treno che fa il percorso inverso partendo dalla città lagunare alle 14.17.

Anche se era nell'aria ancor prima del decreto, non può non stupire l'aspetto spettrale e spoglio che da ieri caratterizza la stazione Centrale di Milano, lo scalo ferroviario più importante e frequentato del Nord Italia adesso emblema dell'ulteriore giro di vite alla limitazioni degli spostamenti imposto dal decreto ministeriale diramato domenica ma entrato in vigore ieri.

Nelle ore immediatamente successive alla diffusione del Decreto del presidente del consiglio dei ministri gli agenti e i funzionari della Polfer se ne sono rimasti in testa ai binari dove erano in procinto di partire i treni più «critici», i «Frecciarossa» per Napoli e Salerno, per i quali c'erano oltre 170 prenotazioni, passeggeri (alla fine ne sono partiti meno di 50 su un treno semi deserto) che avevano sì comprato il biglietto ma che in quel momento dovevano comprovare le reali esigenze per le quali potessero lasciare Milano. Alcuni di loro costretti a rimanere sotto la Madonnina, hanno ripreso in mano le valigie e lasciato la Centrale in lacrime. Solo un giovane campano ha cominciato una discussione molto animata con gli agenti ed è stato mandato via non prima però di aver causato anche momenti di tensione.

Da ieri mattina ai varchi della Centrale - con partenze e arrivi limitati strettamente entro i confini del comune, con rigoroso e approfondito controllo dell'autocertificazione e dei documenti - chi proprio voleva e doveva salire su un treno, oltre farsi controllare dalla polizia ferroviaria, era costretto a sottoporsi al termoscanner per misurare la febbre, come «raccomandato» dall'ordinanza regionale firmata sabato dal governatore Attilio Fontana.

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