Per illuminare le vie della città il Comune spende 32 milioni l'anno

Milano è la città che spende di più per l'illuminazione pubblica. Almeno 24 euro per abitante che, secondo le previsioni di bilancio tenendo conto di consumi e manutenzione ordinaria, per il 2012 fanno 32 milioni di euro. Con Roma che arriva a 53 milioni di euro, ma numero di abitanti ed estensione del territorio sono ben altra cosa, e Torino a 15 milioni. A spacchettare i totali, come fa il sito internet Eco dalle città, si vede che per Torino si tratta di 11,5 milioni di euro di consumi e 3,5 di manutenzione ordinaria, con un taglio di oltre il 25 per cento ), mentre i 32 milioni e 750mila euro di Milano si dividono in 22,5 milioni di consumi e 10 di manutenzione ordinaria. Per Roma i 52 milioni e 800mila euro sono i contratti di servizio. A Torino i punti luce installati sono 96mila, a Milano 138.364 e a Roma 181.991. Nell'ordine, la spesa più cara è quella sostenuta dal Comune di Roma (290,12 euro a punto luce), seguita da Milano (23,69 euro) e Torino (156,25 euro). Se consideriamo invece la spesa per abitante, la città che paga di più è Milano: 24,40 euro. Segue Roma (18,97 euro) e per ultima ancora Torino (16,56 euro). E per Milano sono quasi 6 euro in più rispetto a due anni fa, quando ne bastavano 19.

Per l'esperto Diego Bonata, consulente di numerosi Comuni e autore di diversi piani dell'illuminazione, i costi in queste grandi città sarebbero assolutamente tropo alti, se non stratosferici. Per ogni punto luce, tra consumi e manutenzione, non si dovrebbe spendere più di 135 euro all'anno. E si potrebbe scendere a 97 con un po' di impegno.

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