Barbara Pigoli, presidente di AssoMec, associazione cui aderiscono circa 350 imprese manifatturiere (in gran parte lombarde), accompagna ogni giorno le piccole imprese nella loro crescita. Alcune sono diventate davvero «grandi», per l'eccellenza che esprimono, tanto che saranno premiate domani in un evento che, in tempi di crisi galoppante e capannoni dismessi, vedrà riunite una settantina di piccole e medie imprese di successo.
Perché si è presa a cuore i problemi dei piccoli imprenditori?
«Per rispondere a un'esigenza di equità sociale ed economica: le grandi aziende non hanno problemi a gestire la formazione e a trovare le risorse per finanziarla. Ma i piccoli e medi imprenditori come fanno? In Italia solo il 5% dei lavoratori delle pmi accede a piani di formazione continua, mentre nei Paesi Ocse la media è del 25%».
Va bene investire sul capitale umano, ma le imprese oggi non hanno liquidità
"A questo punto interviene AssoMec, che insieme al piccolo industriale o artigiano individua il fabbisogno formativo per svilupparsi, innovare o internazionalizzarsi; lo stimola a coinvolgere i suoi lavoratori nell'elaborazione del piano formativo; infine lo aiuta a reperire tutte le risorse finanziarie necessarie per sostenere l'investimento».
Quali soldi? Qui si parla solo di tasse e di sacrifici, non di risorse per lo sviluppo.
«Ma ci sono i fondi interprofessionali per la formazione continua, una straordinaria cassaforte costituita nel 2001 e alimentata con i contributi delle imprese e dei lavoratori, che viene gestita in modo paritetico imprenditori e sindacati. Solo negli ultimi anni ha cominciato a essere usata per sostenere la competitività delle imprese e l'occupabilità dei lavoratori, ma si può fare molto di più.
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