Indulto, in 181 già fuori dalle sbarre «Adesso ricomincio una nuova vita»

Accertamenti in questura per quaranta stranieri usciti da Bollate. Mini-sconto per un marocchino: finiva la pena oggi

Paola Fucilieri

Dalla teoria alla pratica il passaggio è stato brevissimo, ma non sarà certo indolore. Proprio i detenuti delle carceri di San Vittore, Bollate e Opera, infatti, sono coloro che beneficiano maggiormente dell'indulto, approvato domenica ed entrato in vigore ieri: in tutto torneranno in libertà 2173 reclusi condannati con sentenza definitiva, di cui 1328 italiani e 845 stranieri. Così è proprio qui, tra Milano e provincia, che si sta già configurando, in tutti i suoi aspetti gestionali più problematici, l’emergenza della necessità di trovare alloggio e lavoro agli ormai ex detenuti. Ieri, dalle tre carceri, ne sono usciti in tutto 181.
La situazione pratica è in realtà una vera «patatina bollente» con trasferimento immediato dalle case circondariali all’ufficio immigrazione di via Montebello. Gli ex detenuti stranieri irregolari, infatti, essendo condannati a una pena definitiva, sarebbero per legge destinati all’espulsione. Prima, però, bisogna verificarne le generalità (sono tantissimi quelli senza documenti o la cui identità non è certa, ndr). Così, ieri pomeriggio e in serata, sono arrivati in questura i primi quaranta immigrati usciti dal carcere di Bollate. Tutti uomini, gli ex carcerati erano per la maggior parte nordafricani e asiatici. Immediatamente sono scattati gli accertamenti per verificare se avessero il permesso di soggiorno o meno. E, alla fine, dei primi 20 controllati, ne sono stati rilasciati appena due; gli altri sono finiti al centro di prima accoglienza di via Corelli in attesa dell’espulsione.
Tra i due regolari c’è Mohammed Benaomari, 33 anni, marocchino. Che quasi sorride pensando di aver lasciato il carcere con appena un giorno di anticipo rispetto alla pena prevista dalla sentenza. Mohammed Benaomari, 33 anni del Marocco parla quasi ridendo del provvedimento del governo. «Avevo comprato delle giacche rubate - ha raccontato - mi hanno beccato e sono finito dentro». Adesso tornerà a gestire il suo ristorante di pesce in città. L’altro con i documenti in regola è Bukhebelt Said, francese di 44 anni. Ha raccontato di aver scontato 13 mesi su una pena di 3 anni e 6 mesi per furti vecchi del '90. «Adesso tornerò in Francia - ha detto - la mia famiglia mi aspetta».
«Conta quello che sono adesso e non quello che ero dieci minuti fa - diceva intanto Pasquale, 25 anni, pugliese, condannato a un anno e 10 mesi per rapina, mentre ieri pomeriggio, contemporaneamente ai nordafricani portati da Bollate all’ufficio immigrazione, lasciava San Vittore dove lo avevano appena scarcerato -. Dentro al carcere ho scontato cinque mesi. Ora vado in stazione Centrale a prendere il primo treno per la Puglia. Torno dai miei familiari, da mia mamma e mia nonna».


Diversa l’attesa, da sfinimento, di una bella ragazza alta e bruna, fidanzata 19enne di uno dei detenuti che ieri pomeriggio stavano per essere scarcerati da San Vittore. «Finalmente è finito un incubo, ma finchè non l’avrò qui, tra le mie braccia, mi sembrerà d’impazzire: lo aspetto da stamane alle 8» assicura la giovane, emozionatissima.

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