«Io sarei Fantozzi? E lui allora è Tafazzi». Non proprio uno scambio istituzionale quello tra il Comune e la Regione dopo che il sindaco Giuliano Pisapia in un'intervista al Corriere della Sera aveva definito il referendum per l'autonomia della Lombardia «uno spreco di soldi inutile in un momento di drammatica crisi dei bilanci pubblici. Riprendendo Paolo Villaggio mi verrebbe da dire una boiata pazzesca». Una boiata pazzesca. Immediata e piuttosto piccata la replica del governatore Roberto Maroni. «E lui mi ricorda Tafazzi, perché evidentemente è uno a cui piace darsi delle tafazzate in quel posto là». E, passando dalla metafora alla sostanza, dice di non capire perché «voglia rinunciare ad avere più risorse». Anzi, «perché da un lato si lamenti con il governo che non gli dà i soldi e poi non approvi uno strumento utile ad avere proprio quelle risorse».
Un battibecco che per Maroni diventa l'occasione giusta per regolare qualche conto rimasto in sospeso, come gli impegni presi da Palazzo Marino per Expo. «Pisapia non li ha mantenuti - l'accusa - Non farà le Vie d'acqua, ma soprattutto non farà la Zara-Expo e la M4, causando così serissimi problemi di viabilità all'esposizione. E questo solo per colpa delle gravissime inadempienze del Comune». Ammette che la Zara-Expo non sarà pronta in tempo l'assessore Carmela Rozza, pronta però ad assicurare che «sarà completata e non resterà un'opera a metà».
Chiuso questo fronte, Maroni ne apre immediatamente un altro. Perché la giunta di ieri ha deliberato di impugnare la legge di Stabilità davanti alla Corte costituzionale. E questo per contestare il governo Renzi sui tagli alle Regioni e nelle norme sul personale delle Province e delle Città metropolitane che il testo impone di assorbire. Tutti aspetti «lesivi dei poteri dati alle Regioni dalla Costituzione». Contestata la anche la «ripartizione in base al Pil e al numero di residenti come unici indicatori» per la distribuzione delle risorse. Un criterio che, secondo Maroni, «ribalta il principio di perequazione e sfavorisce le Regioni più virtuose». Non solo. Perché anche il l'emendamento Milleproroghe è «uno scandalo», visto che «consente alle Regioni che hanno sforato il Patto di stabilità di non pagare le sanzioni. Ma allora che senso ha essere virtuosi?». In soccorso di Renzi corre il capogruppo del Pd Enrico Brambilla: «Prima il referendum, adesso il ricorso contro il governo: Maroni vuole isolare la Lombardia. È una strada senza uscita e a pagare il conto saranno i lombardi, perché da questo scontro tra istituzioni non può nascere nulla di buono». Per nulla d'accordo Maroni che a chi lo accusa per l'inutilità del referendum, risponde che «non è vero, sarà anzi solo grazie al voto del popolo lombardo che il governo sarà costretto a concedere quello che finora non ha mai concesso: l'aumento delle competenze e delle risorse per una regione come la Lombardia che ha i conti in ordine». E l'esempio è a portata di mano. «Il governo - ricorda Maroni - oggi può smentire i suoi stessi impegni. Nel luglio 2014 il ministro Beatrice Lorenzin aveva promesso 2 miliardi alle Regioni per la sanità e i costi standard. Di questi, 500 milioni toccavano alla Lombardia perché a posto con i conti. Nella legge di Stabilità, invece, il governo con una decisione unilaterale ha potuto cancellare un accordo bilaterale preso con le Regioni». Questo, secondo Maroni, «non succederà più, perché il referendum ci darà i muscoli giusti per negoziare».
È una nostra vittoria su tutta la linea. Non siamo quelli del «no», votiamo nel merito
Atto di coraggio importante
a difesa del regionalismo
e dei nostri enti locali
A questa consultazione
non crede neanche Salvini
Infatti non ha detto niente
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.