Kabobo, sentenza rinviata La difesa chiede l'assoluzione

Si conoscerà il prossimo 15 aprile la sorte di Adam Kabobo, il ghanese che uccise a picconate senza alcun motivo tre passanti nella zona di Niguarda. Ieri il giudice preliminare Manuela Scudieri ha fissato una nuova udienza per dare possibilità alla Procura di replicare all'intervento dei difensori del giovane immigrato, che hanno chiesto per il loro assistito la assoluzione per totale incapacità di intendere e di volere. Nel corso della udienza precedente, il pubblico ministero aveva invocato una soluzione mediana, chiedendo che Kabobo venisse dichiarato solo parzialmente folle, e che gli venissero pertanto inflitti venti anni di carcere.
Secondo i suoi legali, l'imputato «soffre di schizofrenia paranoide», come accertato dai periti che lo hanno incontrato in carcere in questi mesi. I due avvocato, Benedetto Ciccarone e Francesca Colasuonno, hanno ricordato che ovviamente «anche se il nostro assistito verrà assolto per infermità, non tornerà libero ma gli verrà applicata una misura di sicurezza, ossia dovrà rimanere per anni in un ospedale psichiatrico giudiziario, data anche la sua pericolosità sociale».


Mentre Kabobo - occhiali da vista e manette ai polsi - veniva portato davanti al giudice, all'entrata del palazzo di giustizia un gruppo di esponenti di Fratelli d'Italia tra cui Ignazio La Russa e Riccardo De Corato manifestava contro ipotesi di sentenze indulgenti.

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