L’ira funesta di Penati, 500 cause in due anni

Dapei: «Spese legali fuori controllo. Si va dal dirigente che ottiene 100mila euro per ritirare una querela, ai danni chiesti dalla signora scivolata in bagno»

Gianandrea Zagato

Alla sete di giustizia della Provincia di Milano è difficile sottrarsi. Ne sa qualcosa Saronno che si trova al cospetto del Tar dietro ricorso della giunta guidata dal ds Filippo Penati. Motivo? La decisione saronnese di chiudere alcune strade del centro storico ai veicoli inquinanti. E con questo si arriva a quota cinquecento.
Sì, cinquecento contenziosi che Palazzo Isimbardi ha in corso con Istituzioni, società e privati. Contributo deciso all’innalzamento delle statistiche regionali e milanesi riguardanti il tasso di litigiosità. Livello di controversie che, dati alla mano, nel passato non ha mai toccato questa soglia, dicono da Forza Italia: «Non passa seduta di giunta senza che si nomini qualche legale per difendere o attaccare in qualche causa civile o in un qualche procedimento penale», sostiene Bruno Dapei, capogruppo azzurro. Denuncia di un incredibile traguardo che, attenzione, non «contempla» quel ricorso al fondo «per transazioni concernenti le cause di lavoro» cui spesso la Provincia ricorre evitando così il giudice. «Si perde il conto delle cause intentate da dipendenti, ex o in carica che, per qualche migliaio di euro, fanno un passo indietro rispetto alla denuncia per «dimensionamenti». Ma il rischio di «batoste» suggerisce, talvolta, anche transazioni ben più corpose: ad esempio, quella che, recentemente, ha concesso a un ex dirigente ben 95.195,39 euro oltre a settemila di spese legali in cambio del ritiro della causa intentata» continua Dapei.
Il capogruppo di Fi, tra i tanti casi curiosi, cita quello relativo «all’immancabile Serravalle»: «Società posseduta dalla Provincia che fa causa alla Provincia oltreché al Comune di Sesto San Giovanni per l’annullamento di una conferenza di servizio in materia ambientale. Decisione legale che ha sorpreso non poco Penati e i suoi boys, a tal punto che la giunta ha deliberato di “non costituirsi” cioè di non nominare avvocati interni o esterni per seguire i propri interessi nella causa che, comunque, va avanti per la sua strada».
E mentre dai file del sistema informativo di via Vivaio vengono «estratte» anche le clamorose sconfitte giudiziarie com’è il caso delle vertenza sulle gare miliardarie del trasporto pubblico (con decisione di ricorrere al Consiglio di Stato), spunta anche una singolare chiamata in giudizio per un infortunio sul lavoro. Si tratta di un episodio che coinvolge «una gentile signora utilizzata come controfigura per dei trattamenti di estetica eseguiti dagli allievi presso il centro di formazione di via Paullo. Al termine della sua prestazione, come recita il memorandum legale, si è resa "necessaria una doccia per eliminare i residui di fanghi e altre diavolerie". Ma la signora "è scivolata nel vano doccia, finendo col capo contro il termosifone" ovvero "si è procurata un trauma cranico cervicale". Da qui la decisione di chiamare in causa la Provincia per il grave infortunio occorsole poiché l’amministrazione Penati "non ha dotato quel piatto della doccia di un tappetino antiscivolo"».
Altro lavoro, chiosa Dapei, per gli avvocati con parcelle che già costano parecchie centinaia di migliaia di euro all’anno. Legali non solo «interni» ma anche «esterni».

E proprio sull’utilizzo degli «esterni», la presidenza del consiglio provinciale, richiama i gruppi d’opposizione: come? «Be’, non consentendo al gruppo di Forza Italia di poter utilizzare i suoi fondi per un parere legale sull’affaire Serravalle. Rifiuto seguito dall’invito di utilizzare il servizio legale interno. Come dire: la Provincia che fa causa a se stessa. Autentico capolavoro da guinness dei primati».

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