L'agropirateria ci ruba 100 miliardi

Il presidente Fontana: «Dobbiamo sconfiggere la contraffazione»

«Uno dei nostri obiettivi, nel settore agroalimentare, è quello di contrastare le falsificazioni e combattere l'agropirateria. Azioni illegali, o al limite della legalità, che danneggiano economicamente e a livello d'immagine molte nostre aziende». A lanciare il suo grido di battaglia il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, intervenendo all'inaugurazione di «Tuttofood», in programma alla fiera di Rho-Pero. «Questa rassegna - ha aggiunto il governatore - è una vetrina importante per le nostre imprese e ci permette di esaltare gli ottimi prodotti del nostro territorio. Non va mai dimenticato, infatti, che la Lombardia è la prima regione agricola d'Italia, con una produzione che unisce grandi numeri a una qualità eccellente».

E non si parla di una battaglia da poco, dal momento che l'agroalimentare «made in Italy» nel mondo vale 41 miliardi di euro all'anno e cresce dell'1,4 per cento. Ma per sapere dove va e da dove parte l'export, quali sono i maggiori mercati di sbocco e i prodotti più apprezzati arriva la mappa «L'agroalimentare italiano nel mondo» (www.promos-milano.it), realizzata dalla Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Coldiretti Lombardia, con Promos Italia sui settori dell'agricoltura, della pesca, dell'allevamento, dell'industria alimentare e delle bevande, esclusi silvicoltura e tabacco.

«Parlare e ragionare di cibo - spiega Giovanni Benedetti, direttore della Coldiretti Lombardia e membro di giunta della Camera di commercio - significa prendere in considerazione una leva strategica per lo sviluppo economico e occupazionale del nostro Paese. L'andamento sui mercati esteri potrebbe ulteriormente migliorare con una più efficace tutela nei confronti dell'agropirateria internazionale, che fattura oltre 100 miliardi di euro utilizzando impropriamente parole, colori, località, immagini, denominazioni e ricette che si richiamano all'Italia per prodotti taroccati che non hanno nulla a che fare con la realtà nazionale». Sono Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito i maggiori mercati per l'export. Tra le prime 20 in crescita anche Polonia (+6,3%), Svezia e Australia (+3,8%).

Aumenti più contenuti per Giappone e Russia, rallenta la Cina. E se la Germania e la Francia sono i primi acquirenti per quasi tutti i prodotti, gli Stati Uniti eccellono per vini (+4%), acque minerali (+7,4%) e oli, la Spagna per pesce fresco.

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