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Lake Film apre le finestre sui paesaggi del mondo

Micro-video raccolti sui social: tra le vedute il Lario e lo skyline di piazza Gae Aulenti

Lake Film apre le finestre sui paesaggi del mondo

C'è un tempo per vivere la vita e un tempo per guardarla dalla finestra. E anche se fino a poche settimane fa non avremmo mai immaginato che potesse accadere davvero, ora ci troviamo chiusi nelle nostre case a vedere i giorni scorrere là fuori con una lentezza surreale. Così, mentre musei, mostre, gallerie d'arte e stagioni teatrali si «virtualizzano» per entrare nei nostri devices, anche l'apprezzato Lake Como Film Festival ha interrotto la programmazione regolare per lanciare un interessantissimo progetto che ha a che fare proprio con le finestre, in una dimensione metaforica ma, al contempo, molto concreta. Si chiama «#Realwindows - Un mondo sospeso», e ha l'obiettivo (è proprio il caso di dirlo, trattandosi di brevi video) di dare vita a una sorta di «film collettivo» creato con la raccolta delle vedute paesaggistiche dalle finestre del mondo in questo periodo.

L'idea di Alberto Cano, direttore dell'Associazione Lago di Como Film Festival, e del suo gruppo di lavoro, parte da un hashtag Instagram attivato per raccogliere brevi filmati (massimo 1 minuto) girati dalle finestre - di fatto l'unico paesaggio disponibile per ciascuno di noi -, che poi diventeranno tanti piccoli tasselli di un mosaico destinato a conservare memoria di un momento unico e drammatico della nostra storia. Caricarli è molto semplice: basta accedere al portale lakecomofilmfestival.com/realwindows/ e seguire le indicazioni.

Il sapore, a giudicare dai primi video cuciti insieme nel trailer, è quello di un «reality irreale» in cui la frenesia, i rumori, il vociare e l'andirivieni cui fino a ieri eravamo abituati - e di cui spesso e volentieri ci lagnavamo - spiccano per la loro assordante assenza: strade, caseggiati, interi quartieri immersi in una «non vita» degna dei più visionari narratori distopici. Paesaggi familiari, come il Lario, le montagne sullo sfondo, i tetti dei palazzi accanto e lo skyline di piazza Gae Aulenti, diventati di punto in bianco incredibilmente estranei perché non più raggiungibili se non con gli occhi digitali delle nostre fotocamere e con lo sguardo interiore della nostra nostalgia. Al via anche una newsletter per gli appassionati con segnalazioni cinematografiche tratte dalle edizioni passate: da

«Il sale della terra», di Wim Wenders e Juliano Riberio «Salgado», a «Mowgli» di Andy Serkis, fino alle chicche della sezione «Longscapes».

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