Nel primo pomeriggio di lunedì, intorno alle 14.30, la polizia è intervenuta in uno stabile Aler di via Emilio Gola 23, al Ticinese, all'interno del fortino dove pullulano i drogati e gli sbandati, racchiuso tra questa strada, il canale, via Pichi, via Segantini e via Borsi. Un italiano di 34 anni, che abita nel palazzo, aveva chiamato il 113 per segnalare proprio l'occupazione abusiva, da un paio di giorni, di un appartamento al terzo piano. Quando sono entrati nell'abitazione di edilizia popolare i poliziotti ci hanno trovato un uomo italiano di 43 anni. Che ha spiegato di essersene andato di casa - un altro appartamento dello stabile - cacciato da quella che ormai è la sua ex convivente. «Per un po' di tempo ho dormito su alcuni furgoni - ha dichiarato il 43enne -, poi sono venuto qui e ho occupato questo appartamento non tanto per me, ma piuttosto per dare rifugio a mia figlia, una diciottenne che è incinta». La ragazza però, in quel momento, non era lì.
L'abitazione verrà sgomberata a breve. Nel frattempo, però, la polizia ha preferito non creare caos ed evitare che l'uomo coinvolgesse altre persone, che si arrivasse addirittura con uno scontro con i centri sociali o comunque a un problema di ordine pubblico. Il 43enne, infatti, mentre gli agenti parlavano con lui, si è appartato per telefonare a qualcuno affinché lo aiutasse a non andarsene da lì. Quindi la situazione per il momento è in stand by .
La notte del 15 febbraio una bomba carta ha mandato in frantumi le vetrine di un bar di via Gola, il «The Bridge Café».
Vittima del racket? Il proprietario sostiene di non aver mai ricevuto minacce. Tuttavia la deflagrazione ha portato alla luce tutta una sfilza di problematiche legate al forte degrado della zona. Non ultima la paura delle donne a rientrare sole la sera a casa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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