L'altra Wanna Marchi, dalla tele alle tele Vende i suoi 340 quadri (dipinti in carcere)

Dalla tele alle tele: la Marchi pizzicata a una fiera sul Naviglio Grande

L'altra Wanna Marchi, dalla tele alle tele Vende i suoi 340 quadri (dipinti in carcere)

La chioma è sempre quella, fiammante. Ma Wanna non imbonisce, non si agita. Il tempo delle televendite è lontano, e un po' alla volta sta scivolando in archivio anche l'epoca del crollo, dell'arresto a furor di Striscia la notizia, del carcere. Ieri Wanna Marchi è solo una dei duecento pittori che sul Naviglo Grande stracolmo di gente espongono i loro quadri: a volte belli, a volte croste incommentabili. E gli acquarelli di Wanna non sono certo i peggiori.

Che il tempo sia passato, lo dimostra anche un dettaglio fino a pochi anni fa impensabile: nessuno, o quasi, la riconosce. Il fiume di gente scorre davanti al suo gazebo senza fermarsi. Wanna sembra uscita dall'immnaginario collettivo. A lei va bene così, le creme e il carcere fanno parte del passato, il presente è un bancone di bar dietro la stazione.

A ricordarle la galera, solo i quadri: 340, tutti piccoli, «perchè in cella il tavolino era grande così». Paesaggi di ricordi e di fantasia: marine, boschi, la casa di Castel del Rio. Le hanno insegnato a dipingere in carcere? «Macchè, ho fatto da sola. Quello è un inferno, non si impara niente».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica