"La lama affonda, scusa" Ecco i pizzini dell'orrore scritti prima di uccidere la figlia

Prima di uccidere la figlia, Patrizia Coluzzi avrebbe fatto una videochiamata all'ex: "Allora, vuoi farle proprio del male?"

"La lama affonda, scusa" Ecco i pizzini dell'orrore scritti prima di uccidere la figlia

"Affonda la lama. Ormai non ci farai più del male". E ancora: "Ci hai abbandonate un'altra volta!", si rivolge all'ex marito. Sono alcuni dei biglietti ritrovati all'interno della camera di Patrizia Coluzzi, la mamma di Cisliano che, nella notte tra domenica 7 e lunedì 8 marzo, ha ucciso la figlia Edith, due anni compiuti lo scorso 14 gennaio. Quattordici biglietti in cui la donna si sfoga e, al contempo, si dispera. Rabbia e dolore. "Sono stanca!", scrive e ripete nei post-it appiccicati sulla testiera del letto. Quello stesso letto dove, fino a quelche minuto prima che i carabinieri facessero irruzione nell'appartamento di via Mameli, era disteso il corpicino senza vita della bimba. Sul pavimento cinque coltelli e un taglierino dalla lama sottile. Sul tavolo una cartelletta contente una denuncia per maltrattamenti, poi ritirata, nei confronti del compagno: "Dov'è la giustizia?", è la scritta che campeggia sulla pila di documenti.

La videochiamata choc al marito

Quando i carabinieri della Compagnia di Abbiategrasso entrano nell'appartamento di via Mameli, da una finestra, il corpicino di Edith è disteso sul letto, avvolto in un pigiama scuro, già privo di vita. Mamma Patrizia le sta accanto, con i polsi e le braccia segnati da tagli superficiali, in stato di incoscienza: l'omicidio si è consumato da qualche ora appena. Stando a quanto si apprende da il Corriere della Sera, per il medico legale l'ora della morte di Edith è collocabile tra le 22 e le 22.30 di domenica. A supporto della ricostruzione ci sarebbe una videochiamata fatta dalla 41enne all'ex marito alle 22.10. Gli mostra la bimba che dorme sul letto: "Allora vuoi proprio farle del male?", dice. Poi punta la fotocamera su di sé: "Non capisci un ca...!", ripete. Sono gli ultimi minuti prima della tragedia.

Omicidio volontario

Non ha dubbi la procura sull'entità del delitto: è omicidio volontario. Nelle otto pagine del provvedimento di fermo nei confronti della 41enne, firmate dal pm Roberto Valli, della procura di Pavia, emergono i dettagli di una storia controversa. La sceneggiatura di un film dell'orrore dove non mancano elementi macabri e inquietanti. Come la chiamata da un numero anonimo fatta da Patrizia all'ex marito poco aver ucciso la piccola Edith. "Sei libero, libero! Ora puoi dedicarti al tuo bar, alle tue cazzate. Edith non c'è più!", grida dal telefono. Poco dopo, è proprio il padre della piccola ad allertare il 112. Ma è già troppo tardi.

"Ha ucciso per vendetta nei confronti dell'ex"

Una storia di "odio e vendetta", di un livore che affonda le radici nei trascorsi sentimentali della 41enne, già madre di due gemelli e al suo secondo divorzio. Patrizia non tollera l'idea di aver fallito ancora una volta nel ruolo di moglie, di essere stata "abbandonata" dal suo compagno. Dunque, riversa tutta la sua rabbia sulla piccola Edith nel tentativo di vendicare il torto subito. "L’atteggiamento della donna anziché denotare la disperazione di una madre per la perdita della figlia, sembra suggerire il compiacimento per la vendetta inflitta in tal modo al marito reo di non voler proseguire la relazione con lei", scrive il procuratore Roberto Valli. Oltre ai biglietti adesivi in camera da letto, i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, guidati da Michele Miulli, Antonio Coppola e Cataldo Pantaleo, hanno trovato anche una cartelletta lasciata sul tavolo della cucina. Dentro "varie stampe formato A4" con frasi intrise di rabbia e disperazione. "Scusate - recita una scritta - non sono abbastanza forte, non riesco a tollerare un altro abbandono da chi aveva promesso di proteggermi e invece mi ha fatto del male. Non ce la faccio".

"Era depressa"

Interrogato dai carabinieri, l'ex marito ha rivelato i retroscena di una relazione burrascosa, fitta di tensioni. L'uomo ha raccontato ai militari che Patrizia era finita in depressione subito dopo la nascita di Edith. Lo scorso novembre aveva già tentato il suicidio senza mancare, anche in quella occasione, invettive sui social contro il compagno. È in quella circostanza che il papà di Edith avrebbe deciso di denunciare la donna per diffamazione, sottrazione di minore, furto e smarrimento di effetti personali. Lui non ha scheletri nell'armadio, nulla da nascondere. Qualche ora prima della tragedia aveva prospettato a Patrizia la possibilità di una separazione consensuale proponendole un percorso di psicoterapia di gruppo. Una richiesta che ha mandato su tutte le furie la 41enne trasformandola in una mamma omicida nel giro di poche ore.

"È suggestivo il fatto che sulle pareti di diverse stanze della casa vi fossero molte immagini fotografiche ritraenti la donna e soprattutto i due figli gemelli avuti da un precedente matrimonio, - scrive il pm Valli nelle righe conclusive dell'ordinanza - ma nessuna, nemmeno una, raffigurante la piccola Edith: quasi che la donna, in fondo, non avesse mai veramente accettato la figlia".

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