Cronaca locale

L'app antisprechi piace: boom tra clienti e locali

Adottata pure a Milano l'idea danese. «Magic box» con specialità invendute a prezzi scontati

Marta Calcagno Baldini

È sbarcata anche a Roma e Bergamo «Too Good To Go», l'app per combattere lo spreco alimentare nata in Danimarca nel 2015 e oggi presente in 10 paesi europei. Chiaro, Milano ha fatto da apripista presentando e iniziando ad adottare l'app; l'idea ha subito entusiasmato: basti pensare che nel primo mese sotto la Madonnina hanno aderito 50 attività, e in soli 3 mesi «Too Good To Go» ha raggiunto già più di 40mila utenti e stretto convenzioni con oltre 100 punti vendita.

Dopo l'Olanda, il Belgio, la Spagna, la Svizzera, la Francia, la Germania, la Norvegia e l'Inghilterra, anche in Italia sedersi a tavola può diventare un'esperienza nuova, che mischia ingredienti come il caso, la tecnologia digitale unita all'attenzione per lo spreco alimentare e all'ambiente. Con un pizzico di convenienza anche economica, che non guasta mai. Come funziona l'app: i ristoratori e i commercianti di prodotti freschi iscritti a «Too Good To Go» possono mettere in vendita delle «Magic Box», ovvero dei pacchetti con una selezione di prodotti e piatti freschi rimasti invenduti a fine giornata e che non possono essere proposti ai clienti il giorno successivo.

Una «Magic Box» costa 2 o 6 euro, gli iscritti all'app vedono sul cellulare i negozi e le attività disponibili al ritiro nella propria città, anche quali sono i più vicini geograficamente, quelli che hanno delle specialità culinarie imperdibili e quelli che possono già garantire una disponibilità per il giorno successivo. Arrivando nel negozio o nel ristorante prescelto si può acquistare con un semplice tap sull'applicazione una «Magic Box» e portarla a casa: «Cinque ragazzi di noi vanno in giro e parlano con le varie attività che potrebbero essere interessate, spiegano il progetto e raccolgono le adesioni», dice Eugenio Sapora, Country Manager di Too Good To Go. Eataly, Tramè, to.market oltre a Exki, più i negozi di Carefour Italia o la storica Macelleria Faravelli sono alcuni dei commercianti che subito hanno aderito al progetto. Nella «Magic Box» di Eataly si può trovare un pacco di grissini rigorosamente italiani, del riso Carnaroli e un barattolo di marmellata di arance. Quelli di Tramè contendono un tramezzino, e così via: «Ora per i negozi e i ristoranti aderire è gratuito, dall'anno prossimo si pagherà un contributo di 39 euro all'anno per permettere alla start up di continuare» aggiunge Michele Martinotti, head marketing Italia di Too Good To Go. Anche perché Too Good To Go «non è solo una app, è un movimento contro lo spreco alimentare, promuove un cambiamento nell'idea di consumo».

L'idea sembra funzionare, tanto che «Too Good To Go», oltre alle nuove ultime partenze a Roma e Bergamo, è già sbarcata a Torino e a Bologna. L'app si basa su un concetto che sta convincendo sempre più persone tra ristoratori, commercianti e clienti.

Non si tratta di una onlus, «su ogni transizione guadagniamo il 20-30%», anche se l'intento che ha fatto nascere «Too Good To Go» è di salvaguardia, ovvero per contribuire a ridurre i 10 milioni di tonnellate di cibo gettate ogni anno in Italia.

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