Assessore Carmela Rozza, che clima c'è alla festa dell'Unità di Milano?
«Positivo. Colgo solo un po' di ansia. Preoccupazione che la sinistra faccia pasticci, che litigi e conflitti non producano una vittoria».
Una preoccupazione che sembra piuttosto fondata.
«Nella storia del Pd ci siamo fatti spesso del male».
Come la vede questo stallo della sinistra?
«Io credo che si sbagli a continuare a parlare di forma invece che di sostanza. Le primarie sono forma. Secondo me dovremmo elencare i titoli del programma e dopo costruire convergenze e candidature. Invece si pensa che sia il candidato a dover dire cosa si farà».
Con l'elezione diretta il nome del sindaco è già un programma.
«Fino a un certo punto. Per esempio ho letto che qualcuno dice “cosa c'entra Sala con la sinistra?”. E allora mi viene da domandare: “Cosa c'entrava allora Ferrante ( l'ex prefetto candidato nel 2006 e sconfitto da Letizia Moratti). Il punto è se troviamo un progetto comune».
Per questo lei, che ha un peso nel partito, non si è ancora schierata né con Lele Fiano né con Piefrancesco Majorino o Roberto Caputo?
«Non sono schierata con nessuno. Parto dalle cose concrete. Servono obiettivi comuni. Fiano mette l'accento sulla sicurezza, Majorino sull'accoglienza. Sono due cose che non possono essere disgiunte nel Pd. Ma vanno declinate».
E in base all'esperienza di questi anni, il Pd può convivere con i partiti che stanno alla sua sinistra e i comitati dell'era Pisapia?
«Questo è il punto. L'unico modo per verificarlo è un programma del Pd su cui tutti si confrontano. È chiaro che se un partito dicesse: “Libera occupazione abusiva” (e sono certa che nessuno lo dirà)...Insomma, io metto in fila gli obiettivi, è su quello che faccio la coalizione».
E il Pd non lo sta facendo? Cosa si aspetta da Matteo Renzi a Milano?
«Sì, il Pd ha iniziato questo lavoro. Da Renzi mi aspetto che parli di politica nazionale».
E da Sala?
«Posso parlare del sindaco che vorrei per Milano: se Giuliano Pisapia non si ricandida si deve portare avanti il suo buon lavoro, in questo senso: portare la città a competere con le capitali europee e mondiali e non con Roma. Dobbiamo fare un salto. Se il sindaco deve avere questo compito, Sala si potrebbe stare».
Ma quando avrete il candidato? Dopo Expo? A Gennaio?
«C'è una fretta esagerata. Tanto il centrodestra il candidato lo troverà un minuto dopo di noi. Funziona così. Questa fretta è poco furba, è un favore ai concorrenti».
Delle primarie non vuol proprio parlare?
«Dico che con 7-8 candidati sarebbero una fiera delle vanità».
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