L'assessore: «Niente faccia a faccia e niente intervista»

Niente faccia a faccia, niente intervista, niente dibattito. Pierfrancesco Majorino lamenta una sorta di boicottaggio del suo partito. La parola «boicottato» non la usa lui ma un amico, su facebook, dopo che lo stesso assessore-candidato sindaco si è clamorosamente lamentato, per il trattamento riservatogli dal Pd, dalla festa dell'Unità che si apre oggi a Milano e infine dallo stesso storico quotidiano della sinistra.

«Con la festa dell'Unità e l'Unità medesima ho un rapporto particolare - si è sfogato l'assessore - Prima ho chiesto di fare un incontro su Milano con Fiano ( l'avversario alle primarie per la carica di sindacco , ndr) e non mi è stato reso possibile, poi ho chiesto di poter dibattere con Alfano ( il leader Ncd e ministro dell'Interno nel governo a guida Pd, ndr ) sui temi dell'immigrazione e non mi è stato reso possibile, poi ho rilasciato un'intervista (su richiesta dell'Unità stessa) sull'immigrazione, e non è uscita, e oggi esce il programma dei dibattiti alla Festa stessa e quello a cui partecipo io (sull'immigrazione) non compare».

Insomma, Majorino denuncia più episodi e poi arriva alla domanda (retorica) finale, quella che dà il senso del clima politico nel quale il Pd si avvicina alle elezioni: «Iniziamo così - scrive - il percorso che porta alle primarie?». Alla festa che si apre oggi, dunque, Majorino e Fiano non avranno un faccia a faccia ma saranno presenti in momenti diversi.

«La Festa nazionale dell'Unità a Milano per la prima volta da quando è nato il Partito democratico è sì

l'occasione per un'accelerata e per una svolta anche in prospettiva di Milano 2016, ma senza l'ansia del totonomi. L'ansia di trovare il singolo nome non ci appartiene», aveva detto il segretario milanese Pietro Bussolati.

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