Lavori d'altri tempi: ecco chi resiste alle tecnologie Dall'arrotino all'ombrellaio

«Donnneeeee! È arrivaaato l'arrotino». La voce risuonava nelle vie richiamando in strada chi doveva affilare i coltelli e persino le forbici. Roba d'altri tempi. Così come d'altri tempi era l'ombrellaio che aggiustava i parapioggia rotti, il canestraio e il mugnaio. Quelli rimasti si contano sulle dita di una mano o poco più. Però esistono ancora. Milano con il suo business si è inghiottito gli antichi mestieri, la finanza ha spazzato via gli spazzacamini. Eppure qualcuno, con il viso ancora nero di fuliggine e i lunghi «ragni» che s'inerpicano sulle canne fumarie resistono a dispetto di giacche e cravatte di rigorosi uomini d'affari. Sono cinque gli spazzacamini della provincia milanese e otto sono gli arrotini superstiti.
Un po' più numerosi invece calzolai e corniciai che hanno dimostrato di poter comunque resistere allo scorrere del tempo e allo sviluppo delle tecnologie: a Milano sono rispettivamente 282 i primi e 106 i secondi. Sono questi i risultati di un'indagine della Camera di Commercio secondo i quali in totale gli artigiani degli antichi mestieri sono 403, e rappresentano il 4,9 per cento del dato nazionale. In Italia le attività odierne sono rispettivamente 4.337 e 3.128, mentre ben più esiguo è il numero di mugnai (51). In tutta Italia ci sono oggi solo 11 ombrellai e 10 canestrai. Lungo lo Stivale si trovano 407 arrotini e 252 spazzacamini che hanno riconvertito l'antica arte incorporandola in più moderne attività di installazione di impianti termici e ferramenta.

A Milano sono meno numerosi che a Roma, dove si trova quasi il doppio di imprese di mestieri di una volta. E quasi tutti hanno sede non proprio in centro città, bensì in provincia, a parte un paio di arrotini. Mentre esiste un solo ombrellaio (a Vanzago) e un solo canestraio (a Bollate) SCop