Cronaca locale

Lavoro, autonomia e fondi. I costi dell'addio di Draghi

In ballo quasi 10 miliardi in arrivo dall'Europa e tutti i dossier su auto, credito, fisco e Olimpiadi

Lavoro, autonomia e fondi. I costi dell'addio di Draghi

I 10 miliardi del Pnrr, il tetto ai costi dell'energia, che è vitale per le imprese, la partita di una transizione ecologica che non sia punitiva per il settore auto, che rischia 20mila posti solo in Lombardia. E poi la preparazione delle Olimpiadi e il negoziato sull'autonomia, senza contare l'impatto che hanno per le imprese i dossier aperti a Roma sul fisco e a Bruxelles sul credito alle imprese.

Fa tremare i polsi il solo pensiero delle partite che - in caso di crisi di governo - resterebbero in bilico, o sarebbero compromesse, e così si spiegano le reazioni preoccupate che si sono manifestate dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, indotte dalla confusa rottura del Movimento 5 Stelle. «Vediamo fino a che punto arriva la mancanza di buon senso di un partito, quello dei 5 Stelle, che sta creando questa situazione, assolutamente inaccettabile» ha detto ieri il presidente della Regione Attilio Fontana, interpellato sulla crisi.

Alla vigilia del voto in Senato di giovedì, Fontana aveva incontrato proprio Draghi per parlare dei Giochi Milano-Cortina del 2026, e il giorno prima un vertice su questo argomento si era avuto anche al ministero. «Abbiamo chiesto al governo di entrare formalmente nella Fondazione perché riteniamo fondamentale la sua presenza - aveva detto - e abbiamo ricevuto una disponibilità a valutare questa ipotesi». Nel frattempo, risposte erano attese sull'emergenza siccità, e su molte altre questioni, in un contesto di grandi incognite aperte dalla guerra d'aggressione dell'esercito russo in Ucraina. La partita sull'autonomia regionale, per esempio, è in dirittura d'arrivo. Per la maggioranza che regge il Pirellone, un nuovo assetto nella ripartizione dei poteri con il governo centrale è una delle proposte qualificanti, fin dal 2013, e ora il risultato è a portata di mano. La bozza della legge quadro è pronta, dovrebbe essere definita a giorni, e nel giro di qualche settimana dovrebbe andare in Consiglio dei ministri. Un lavoro faticoso, in capo al ministero degli Affari regionali, che sarebbe bruscamente interrotto da una crisi.

Ma è soprattutto la sorte del Pnrr che mette in ansia, nelle istituzioni e nel mondo produttivo. Si guarda ai quasi 10 miliardi di euro destinati alla Lombardia, provincia per provincia, e all'effetto moltiplicatore che potrebbero avere nel rilancio dell'economia dopo gli anni di stop, e di incertezza, del Covid. La stessa epidemia, fra l'altro, dà segnali inquietanti di risveglio, per quanto gli ospedali siano ancora in una condizione di relativa tranquillità, dopo il terremoto dei mesi e degli anni passati.

Ma oggi è soprattutto il quadro economico che risentirebbe di uno stop anticipato della legislatura e del lavoro del governo in carica, tanto che le borse e i mercati finanziari hanno subito avuto un contraccolpo pesante, con un tonfo che è costato diversi miliardi di euro in termini di valore azionario. Eloquente, ieri, la presa di posizione del presidente di Confindustria Lombardia, Francesco Buzzella: «Gli industriali lombardi - ha scandito, in una nota - assistono sconcertati a una crisi di governo generata chiaramente da meri calcoli elettorali». «Tutto questo - ha proseguito - avviene mentre i cittadini e le imprese attendono ed esigono risposte urgenti alle numerose emergenze in corso: un tetto all'insostenibile prezzo del gas, l'abbassamento del cuneo fiscale, azioni per il contenimento dell'inflazione sono tra quelle misure che l'intero Paese non può attendere un giorno di più e che, a causa delle divisioni politiche, sono in stand-by da mesi». Confindustria Lombardia auspica che «il presidente Mario Draghi possa al più presto riprendere la sua azione di governo, meglio se attraverso soluzioni che gli consentano di essere più efficace e libero dai veti di quei partiti che non lavorano per l'interesse dell'Italia». Molto simile l'appello lanciato il giorno precedente dal presidente di Assolombarda Alessandro Spada: «In un momento in cui le nostre imprese stanno sostenendo la ripresa economica - in un tweet - alla luce delle difficoltà approvvigionamenti energetici e gas, servono credibilità e concretezza che hanno contraddistinto il governo Draghi.

Confidiamo nel presidente Mattarella contro l'instabilità».

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