Cornetti e aglio anti-sfiga. La Lega ha distribuito ai milanesi i rimedi contro la «grande jella» che il presidente dell'Atm, Bruno Rota, ha usato come giustificazione per il martedì nero. Il giorno dello sciopero, quello in cui migliaia di passeggeri sono rimasti incastrati in metropolitana per una concomitanza di eventi che, invece di chiamare solo sfortuna, gli esponenti del Carroccio attribuiscono ad una cattiva gestione dei mezzi pubblici. Ieri a mezzogiorno hanno piazzato un banchetto davanti alla sede principale dell'azienda, in Foro Bonaparte 61, una raccolta firme per chiedere le dimissioni del presidente Rota e dell'assessore alla Mobilità della giunta Pisapia, Piefrancesco Maran. Il caos di martedì è stato il caso più eclatante dell'ultimo periodo, ma sol una settimana prima si era verificato il tamponamento (per fortuna lieve) tra due treni e una ventina di passeggeri sono rimasti feriti in modo lieve. Due giorni fa, si è attivato il freno di emergenza per un treno in arrivo alla fermata Uruguay, e di nuovo è intervenuto il 118 per medicare tre persone.
Al presidio lumbard, con i cartelli «dimissioni» e i cornetti portafortuna («per replicare con ironia alle dichiarazioni del manager»), il segretario regionale Matteo Salvini, il segretario provinciale Igor Iezzi, l'assessore alla Sicurezza della Provincia Stefano Bolognini e diversi militanti. «Se la gente rimane a piedi - insiste Salvini - non è per colpa della sfortuna, ma per colpa dell'incompetenza. Oggi (ieri, ndr.) si sono verificati altri due guasti a Cadorna e Affori e i treni sono sporchi nonostante abbiano aumentato il biglietto. Invitiamo il sindaco Pisapia a fare un giro in metropolitana e a parlare con i dipendenti per toccare con mano i problemi.
«Nel rispetto dei ruoli - afferma il presidente leghista del Consiglio regionale, Fabrizio Cecchetti - chiedo che tutti facciano le propria parte, perchè i lombardi hanno il diritto di avere un servizio adeguato a una città europea che si prepara a ospitare Expo 2015».
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