L'emergenza delle scuole milanesi

Un centinaio di bambini di sei anni costretti a fare lezione e a pranzare in mensa con il giaccone per il freddo

L'emergenza delle scuole milanesi

Un centinaio di bambini di sei anni costretti a fare lezione e a pranzare in mensa con il giaccone per il freddo. Succede in una scuola del centro, all’istituito comprensivo Pisacane, a due passi da Porta Venezia. Più in periferia, alla scuola di via Russo, del plesso di via Giacosa (zona Padova) i bambini devono stare in classe con le finestre rotte e i topi in cantina. Anche qui il riscaldamento non funziona e l’istituto versa in una situazione di degrado complessivo. Al liceo scientifico Marconi in zona Inganni, invece, i ragazzi sono costretti a entrare da un ingresso secondario, salendo su una scala antincendio. Passaggio obbligato un parcheggio, presidiato dai rom. I genitori sono molto preoccupati e hanno chiesto che qualcuno vigili almeno sull’ingresso e sull’uscita da scuola. Intanto nel migliore istituto tecnico a indirizzo economico del Milanese (lo ha certificato l’edizione 2017 di «Eduscopio») ovvero nell’IIS Falconi Righi di Corsico piove dal soffitto, tanto che un’ala dell’istituto è stata chiusa per il rischio di crollo. Che si tratti di centro o periferia, di scuole primarie o secondarie, il disagio che vivono quotidianamente studenti e docenti è il medesimo. E dipende da istituzioni in difficoltà o distratte?

A lezione e in refettorio 120 bambini con il piumino

In classe e in mensa con la giacca. Sono 120 circa i bambini di una scuola elementare del centro, per la precisione dell'istituto comprensivo Pisacane, che copre tutta la scuola dell'obbligo dall'asilo nido al liceo, di via Pisacane a due passi da Porta Venezia.

A soffrire in modo particolare il freddo tre classi prime (scuola primaria) e tre classi terze, anche se lo stesso problema si verifica nei locali delle mensa dedicati appunto ai più piccoli. Così da quando le temperature si sono abbassate, i bambini sono costretti a fare lezione e a pranzare con la giacca.

«Lunedì siamo stati alla seconda riunione di classe con le maestre - scrivono piuttosto allibiti i rappresentanti dei genitori - ed il primo punto che è stato affrontato riguardava la mancanza di riscaldamento nella classe. Invece che parlare di programmi e progetti, le insegnanti hanno esposto il problema del riscaldamento». Anche in questo caso la solita trafila è stata rispettata: le maestre hanno segnalato il problema, che dura da anni, alla dirigente, che a sua volta lo ha segnalato agli uffici del Comune. Senza ottenere, al momento, grandi risultati.

Sembra che gli scorsi anni, a quanto hanno riferito le insegnanti, per far partire il riscaldamento le stesse maestre ricorressero a un metodo piuttosto artigianale: appoggiavano del ghiaccio sul termostato per abbassare la temperatura percepita, forzando l'accensione dell'impianto. Ora sembra che il termostato sia stato spostato e non sia più individuabile dal personale.

In realtà dagli uffici dell'assessorato ai Lavori pubblici ed Edilizia scolastica di palazzo marino hanno inviato più di una volta i tecnici a fare dei sopralluoghi, che non sono stati però risolutivi. «Continuiamo a ricevere segnalazioni da parte delle scuole della città sui problemi di funzionamento agli impianti, come ogni anno a inizio stagione - spiegano da via Larga -. Stiamo cercando di risolvere tutte le criticità». È previsto, per questa mattina, un nuovo sopralluogo dei tecnici del Comune e dei gestori dell'impianto di riscaldamento nell'istituto Pisacane.

I genitori sono esasperati: «La situazione è paradossale: ora che è arrivato il freddo può solo peggiorare, i bambini stanno in classe e vanno in mensa col giaccone. Le normali segnalazioni della Preside non sono servite a molto. Ci chiediamo noi genitori - scrivono - che cosa bisogna fare per avere una soluzione. Ci sembra inammissibile che una scuola pubblica elementare (e qui siamo pure nel centro di Milano) venga lasciata in queste condizioni e che i bambini debbano subire questo disagio».


Allagato l’istituto modello Il caso in Consiglio regionale

É un modello, il migliore istituto tecnico a indirizzo economico di Milano e provincia come ha certificato l’edizione 2017 di «Eduscopio», il portale della Fondazione Agnelli che dà le pagelle alle scuole superiori italiane. Si tratta dell’IIS Falconi Righi di Corsico. «Ho appreso che siamo una scuola di eccellenza - è lo sfogo amaro della preside Maria Vittoria Amantea - giovedì scorso, mentre guardavo esterrefatta l’acqua che scendeva copiosa dal soffitto e bagnava mobili, scale, banchi, pavimenti portandosi un po’ via la gioia per quella notizia e facendosi beffe di tutto l’enorme lavoro che dietro quelle cattedre bagnate, su quelle sedie da spostare, in quelle aule da interdire all’uso, continuamente con forza e con passione tutti noi compiamo per dare un futuro degno di questo nome ai nostri studenti». Ha festeggiato a fine giornata, «dopo la concitazione della mattinata, le voci dei Vigili del fuoco, i volti spaventati degli studenti alla loro vista, le riunioni con la commissione sicurezza, le comunicazioni da preparare» quando «è rimasto solo il rumore delle gocce d’acqua che cadevano dalle plafoniere della luce ormai spente a tempo indeterminato (per usare un linguaggio scolastico!)». Gli studenti, i prof, la preside si sono uniti nei giorni scorsi per una manifestazione di protesta in piazza, pretendono «una scuola sicura», bocciano «l’inerzia della Città metropolitana» anche di fronte all’emergenza. Un’ala dell’istituto - tredici classi e sei aule di laboratorio - è stata chiusa su indicazione dei vigili del fuoco a causa delle infiltrazioni d’acqua. Il caso ora approderà anche in consiglio regionale. «Quali azioni si intendono intraprendere - incalza il vicepresidente leghista dell’aula, Fabrizio Cecchetti primo firmatario di un’interrogazione - nei confronti di Città metropolitana di Milano e verso il Ministero dell’Istruzione per risolvere i disagi presenti al Falcone-Righi di Corsico?». Nonostante, ricorda anche Cecchetti, «l’istituto sia stato classificato tra i migliori d’Italia ha bisogno di interventi urgenti per garantire la sicurezza del personale e degli studenti. L’ex Provincia, che ha la competenza diretta, non può tirarsi indietro e il sindaco metropolitano Giuseppe Sala deve risolvere questa situazione, vista anche l’importanza dell’Istituto che accoglie 2.500 persone provenienti da città di tutto il sudovest milanese come Corsico, Buccinasco, Cesano Boscone e Trezzano». È «impensabile» prosegue Cecchetti «che ad oggi per gli studenti non sia possibile frequentare le lezioni in modo dignitoso e che il personale scolastico non sia tutelato sul posto di lavoro. Sala si confronti con i vertici scolastici e metta in campo tutte le iniziative possibili».

In classe sorvegliati da nomadi Sos della preside al Municipio

Costretti a entrare a scuola da una scala antincendio secondaria e attraversando un parcheggio frequentato dai nomadi. La condizione degli studenti del liceo scientifico Marconi, in zona Inganni, è stata già al centro di un’infuocata assemblea dei genitori la settimana scorsa, che abbiamo riferito sul Giornale. L’edificio di via della Rondine è una succursale del liceo (la sede principale è in via dei Narcisi) e viene condiviso con il professionale Oriani. Per regolamento gli studenti dei due istituti non devono incrociarsi, quindi ai liceali tocca l’accesso di serie b. E le famiglie sono preoccupate per la scarsa sicurezza del piazzale, chiedono che la scuola si faccia carico di sorvegliare almeno all’ingresso e all’uscita dei ragazzi. E la dirigente scolastica, Donata Graziella Scotti, chiama in causa la Città metropolitana, finora non pervenuta. Il liceo è in crescita e avrebbe anche bisogno di allargarsi, al momento utilizza otto aule del terzo piano, «abbiamo bisogno di spazi maggiori e attendiamo la disponibilità da parte dell’ente» riferisce. Gli studenti peraltro hanno pensato ad un progetto di riqualificazione della zona, attorno alla succursale, e lo hanno consegnato al Municipio 6, governato dal presidente Pd Santo Minniti, che «nel luglio scorso si era detto disposto ad attuarlo. Una scuola deve sempre porsi in modo costruttivo di fronte ai problemi», riferisce la preside. Che conferma «lo stato di degrado dell’area circostante, in particolare il transito di gruppi rom nei campi che confinano con l’istituto e che abbiamo già segnalato al commissariato di zona». Ricorda che «garantire la sicurezza fuori dalla scuola «non compete alla dirigente» per cui rilancia la palla al Municipio 6 a cui sono stati inviati i suggerimenti. E il capogruppo Fi Gianluca Comazzi sollecita l’utilizzo di vigili o militari per sorvegliare l’area.

Finestre senza vetri e topi I genitori fanno manutenzione

L’impianto di riscaldamento rotto, infissi che non si chiudono o senza vetri da oltre un anno, bagni in condizioni pietose e cantine straripanti di mobili marci, popolate da topi. Benvenuto nella elementare di via Russo, che fa parte del plesso scolastico di via Giacosa al parco Trotter. «L’intero immobile comunale versa in uno stato pietoso, soprattutto se si considera la sua utenza - scrive il Comitato Genitori Russo - ovvero bambini della scuola primaria e secondaria: ed infatti tutti gli infissi sono datati ed ammalorati, ci sono numerosi vetri rotti nelle cantine ed al piano terra (il vetro è stato tolto ed è stato messo un cartone) e un altro vetro crepato è al primo piano vicino ai bagni delle quarte». Quello degli infissi è un problema noto agli uffici del Comune, come dimostra una delibera per la loro sostituzione del gennaio 2017, ovvero quasi un anno fa. Il comitato dei genitori, che ha anche organizzato una giornata per la piccola manutenzione è esasperato e chiede con forza che vengano sostituiti al più presto tutti gli infissi e vetri ammalorati, assenti o rotti e che venga risolto il problema del riscaldamento». Il presidente del municipio 2 Samuele Piscina intanto sta organizzando un sopralluogo nella scuola per verificare di persona le segnalazioni. A questo si aggiunge una situazione di degrado complessivo nell’istituto tra «bagni in condizioni igieniche disastrose e appunto la presenza di topi, attirati da mobili vecchi e marci nelle cantine».

Il dirigente scolastico Francesco Muraro da parte sua scarica le responsabilità sul Comune: «Abbiamo segnalato in modo regolare e costante tutte le richieste di manutenzione (incluse quelle dei riscaldamenti) agli uffici comunali competenti, tanto di frequente da ricevere un invito ad una minor pressione agli uffici stessi, che la situazione era ormai nota e presa in carico.

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