«Quando dirigo in frac, mi sento costretto in un abito che non mi appartiene: ho seguito la tradizione per anni, ma a un certo punto mi sono reso conto che l'immagine che trasmettevo non corrispondeva a quel che sono. Serviva solo a dare una struttura uniforme, ma questo allontana la gente dalla classica». È così che un giorno Matthieu Mantanus, 35 anni, direttore d'orchestra dal giorno del suo 18esimo compleanno («ma suono il piano da quando ne avevo 5»), ha deciso di dirigere in jeans. E di creare Jeans Music Symphony Orchestra, un'orchestra «giovane» (i suoi membri hanno tra i 26 e i 41 anni), ma anche un vero e proprio marchio, Jeans Music. Obbiettivo: «Cambiare radicalmente contenitore della musica classica per salvaguardare suo contenuto. Spesso succede l'opposto: si cambia la musica, ma i musicisti non cambiano mai, pur vivendo in un mondo totalmente diverso da quello in cui è stata composta la musica che suoniamo». Così, dopo anni di riflessioni e quel sottile disagio che il giovane musicista belga-svizzero (ma milanese d'adozione) provava a dirigere in frac, ecco la decisione di fare il grande salto. La prima assoluta della nuova era della classica è stasera all'Elfo con l'Eroica di Beethoven e lo spettacolo Revolution!. Perché proprio la sinfonia numero 3? «Ho pensato: sto facendo una piccola rivoluzione stilistica, chi meglio di Beethoven descrive la rivoluzione?».
Non è solo un cambiamento di look, quindi? "Cambia il look, certo, ma cambia soprattutto l'atteggiamento: se sali sul palco vestito in un determinato modo, lanci un messaggio. Il nostro è: siamo artisti, non professori, non siamo qui per darvi una lezione di musicologia, ma per far emozionare, trasmettere energia, entusiasmo». L'Eroica stasera sarà suonata così come è stata scritta da Beethoven, con la massima serietà di esecuzione. Ma non c'è solo questo: il protagonista non sarà solo il direttore d'orchestra, al centro dello spettacolo ci sono la musica e tutti i musicisti (in jeans e camicia), 38 elementi («il minimo per eseguire l'Eroica»), e poi «sul palcoscenico si parla, io introduco la musica con parole semplici, e il palco cambia, si illumina per seguire la performance dei musicisti, e creare la giusta scenografia per lo spettacolo».
Ecco, questo non sarà un classico concerto di musica classica, ma uno spettacolo teatrale contemporaneo, e non solo per i giovani: «Ci rivolgiamo a persone di tutte le età, quelle che vanno ai concerti ma non si divertono. Questo è un progetto contemporaneo: provo ad adattare al mondo di oggi la musica classica».
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