L'estate degli eterni cantieri e delle bellezze dimenticate

Dal Duomo alla Centrale, ritardi e danno d'immagine verso gli stranieri Il caso di piazza Santo Stefano, salotto mancato con parcheggio selvaggio

A proposito di bellezze e di cultura, c'è una cosa che sta a cuore ai milanesi molto più della riuscita dell'Expo e dei suoi padiglioni: che l'evento del 2015 lasci la città più bella di come l'ha trovata. Grattacieli e Bronzi c'entrano fino a un certo punto. La realtà, quella molto più spicciola, mostra un'infiorata di cantieri grandi e piccoli che non si sa quando finiranno e cosa regaleranno agli occhi di cittadini e turisti. Alcuni, banali, potevano essere già chiusi da un pezzo. Altri, invece, non sono mai nati. La polemica lanciata dal presidente dell'Associazione di via Montenapoleone è solo la punta di un iceberg, al limite del grottesco visto che, con tutto il rispetto per le vetrine degli stilisti, prima del quadrilatero non mancano altre urgenze. Una a caso è l'area di piazza del Duomo che, anche grazie all'imminente Expo, è stato lo specchio dell'aumento (più cinque) di turisti stranieri in città. Poteva essere un buon biglietto da visita per rilanciare l'arrivederci al 2015, e invece la piazza è rimasta invasa per tutta l'estate da ruspe per lo più a mezzo servizio. Con i turisti a fare zig zag tra i recinti che mettevano in brutta mostra cumuli di mattonelle da sostituire. Davvero - e qui la domanda va al sindaco - non si poteva essere più solerti nell'ultimare la benedetta pavimentazione della piazza? Non sarebbe stato più decoroso mostrare nell'estate pre-Expo almeno il centro storico in condizioni migliori, spronando le imprese a ritmi meno mediorientali?

Altro capitolo. I giorni scorsi, su queste pagine, è stata denunciata la questione dei bivacchi nei giardinetti di piazza Santo Stefano, a ridosso della Basilica crocevia di immigrati cattolici. La presenza quasi stanziale degli stranieri e delle loro cibarie domenicali è un problema, ma non certo quello determinante per una piazza che rappresenta uno degli angoli più suggestivi della città. Alle spalle del Verziere e della Cà Granda e all'angolo con la più unica che rara cappella di San Bernardino alle Ossa, la piazza e il sagrato della chiesa che battezzò il Caravaggio sarebbe un salotto naturale che non necessiterebbe di brutali pedonalizzazioni, nè di interventi da archistar. Basterebbero pochi accorgimenti per renderla un gioiello agli occhi di cittadini e turisti: anzitutto dando un taglio al parcheggio selvaggio, dotarla di belle fioriere e panchine per poterla ammirare.

Un altro salotto naturale sarebbe piazza Affari, gioiello di architettura razionalista, se anch'esso non fosse relegato ad area fieristica o tutt'al più a zona di parcheggio. Si tratterebbe certo di interventi molto meno traumatici rispetto alla pedonalizzazione di piazza Castello, anch'essa ormai ormai diventata un'eterna incompiuta. E, dulcis in fundo et repetita iuvant, impossibile non citare l'infinito cantiere della Stazione Centrale che, dalle aree esterne alla metropolitana, è un'assurda gimcana tra cavi, transenne e ascensori non finiti.

Senza contare il problema sicurezza generato dal perenne suk di degrado e borseggiatori. Ma anche Grandi Stazioni assicura che tutto sarà pronto in tempo per la primavera 2015. Speriamo che sia così ma, dal macro al micro, era proprio necessario aspettare l'ultimo giorno?

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