Gli uscenti, i nuovi, i professori. Il centro politico è tutto un via-vai di nomi, curricula e ipotesi, in vista del doppio appuntamento elettorale di febbraio. La preparazione delle liste, operazione da sempre delicata, procede in modo convulso. Anche perché nella galassia che sostiene Monti (Udc, Futuro e Libertà, lista Monti) non è ancora chiaro quanto i seggi corrisponderanno alle ambizioni. I giochi sono aperti, ma trapelano le prime indiscrezioni con i nomi.
La Lombardia è centrale in tutti i giochi politici. Tanti seggi in palio, milioni di elettori. Le candidature e gli ordini di lista sono sottoposti ovviamente, e fino all'ultimo, alla possibile calata dei big nazionali. È quello che sembra stia accadendo nell'Udc, il partito più strutturato della coalizione centrista che però a Milano e dintorni ha sempre sofferto di una certa anemia. Il capolista sarà con ogni probabilità un nome che sta a cuore alla leadership romana. Potrebbe essere Lorenzo Ornaghi, ministro della Cultura e già rettore dell'Università Cattolica. In Lombardia potrebbe tentare la sua discesa in campo la ex presidente di Confindustria, la mantovana Emma Marcegaglia. La vera lotta interna sarebbe comunque concentrata sul secondo posto in lista. E gli agguerriti pretendenti sarebbero l'uscente Pierluigi Mantini, eletto al Pd poi passato all'Udc, il segretario milanese Pasquale Salvatore e - un po' a sorpresa - Alberto Mattioli. L'ex vice di Filippo Penati alla Provincia avrebbe il sostegno pesante di Savino Pezzotta, che da parte sua avrebbe invece rinunciato a correre. In Lombardia 2 si parla di Mario Scotti, ex assessore al Pirellone.
Sotto le insegne montiane dovrebbe correre un altro professore, Guido Tabellini, già rettore della Bocconi e nel recente passato accreditato come possibile ministro dell'Economia. Al Senato invece il capolista del «rassemblement» montiano sarà il giuslavorista ex Pd Pietro Ichino. Ed è proprio il Senato il sogno di tutti. Un po' perché si prevede possa essere in bilico, un po' perché lì ha messo le tende lo stesso Monti - e promettono di farlo anche altri capi centristi, come Pier Ferdinando Casini. La corsa al Senato è iniziata, per esempio, fra i «futuristi» finiani, che temono un risultato magro alla Camera, complice la concorrenza della lista Monti, che beneficerà di un simbolo che è praticamente lo stesso usato dalla lista unica al Senato. Al Senato quindi vogliono correre sia Benedetto Della Vedova sia l'uscente Giuseppe Valditara, ma un posto potrebbe essere trovato anche per Mario Baldassarri e Giulia Bongiorno.
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