
Se è vero che chi tace acconsente godono davvero di un largo consenso i vandali - studenti o meno - che venerdì pomeriggio hanno dato spettacolo (di pessimo gusto) in centro. La Scala imbrattata, le vetrine rotte, il lancio di oggetti e gli insulti alle forze dell'ordine. Il tutto nel silenzio generale, o quasi. Questi «cortei», piuttosto miseri per partecipazione, continuano a fare danni. Sono un rito, per quanto stanco e politicamente superato. Un segnale dell'autunno, come le piogge e le foglie cadenti. Ciò a cui è difficile abituarsi è il senso di generale sottovaluazione che accompagna manifestazioni del genere e infonde nei loro protagonisti un senso sempre maggiore di impunità.
Ma sarà proprio vero che tutti sottovalutano e acconsentono? Non lo fanno certo i normali cittadini, le prime vere vittime di tafferugli e devastazioni, i proprietari degli immobili, i negozianti presi di mira, così come gli istituti scolastici privati, le agenzie di lavoro e le banche. Altrettanto esenti da responsabilità per il generale clima di favore che accompagna queste azioni sono le forze dell'ordine, che stanno sul campo ad arginare, a fermare, a controllare. E lo fanno con agenti spesso più giovani e peggio pagati dei manifestanti - non di rado rampolli della «Milano-bene» - poliziotti che rischiano conseguenze di varia natura nell'adempimento del loro lavoro. Ma i politici che fanno? E che dicono? Non molto, a dire il vero. Del «coro» dei silenti non fa parte l'ex vicesindaco, Riccardo De Corato, oggi vicepresidente del Consiglio comunale. E neanche Viviana Beccalossi, assessore regionale per lo stesso partito (Fratelli d'Italia), che è intervenuta per manifestare solidarietà alle forze dell'ordine. Tutto tace ovviamente a Palazzo Marino, e qui si deve aprire un discorso diverso. Il sindaco, Giuliano Pisapia, è faticosamente approdato alla convinzione che i writers, i graffitari - o per meglio dire i vandali, che abbiano o meno pretese artistiche - sono un danno per la città. Ancor più difficile sembra, però, per l'amministrazione comunale, far seguire a questa consapevolezza una posizione concreta, che non sia la mera iniziativa di propaganda che consiste nel farsi fotografare con la tuta bianca e il secchio davanti a un muro imbrattato.
In tuttoa questa ipocrisia e inadeguatezza non si può non stare dalla parte di quell'anziano che, passando in via Verdi, alla vista di questi «bravi ragazzi» con tanto di maschere e cappuccio intenti a imbrattare l'ennesimo palazzo (nella foto), per nulla intimorito li ha affrontati scacciandoli via senza tanti complimenti. Il video del Corriere.tv parla di un anziano che «se la prende con i writer». Sembra piuttosto uno dei pochi a conservare, imperturbabile, un po' di sano buon senso.
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