In lista a sinistra finisce anche il curatore Expo

Nella civica inserito il nome di Davide Rampello. E c'è il figlio della santa Molla

Chiara Campo

Quando Gabriele Albertini nel 2003 nominò Davide Rampello presidente della Triennala, il centrosinistra insorse. L'ex sindaco fu accusato di «fininvestizzazione della città». Ma il nome di Rampello, ex dirigente Mediaset, nella lista civica del candidato sindaco del Pd Beppe Sala - «Noi, Milano» - colpisce piuttosto per essere l'ennesimo link tra Expo e politica per l'ex commissario: Rampello è stato il curatore del Padiglione Zero, e all'evento del 2015 (peraltro) rimandano chiaramente anche i colori arcobaleno sul simbolo della lista. Una squadra che ripesca ampiamente tra gli (ex) fedelissimi di Giuliano Pisapia. Dopo il capolista Fiorenzo Galli, direttore del Museo della Scienza, al secondo posto e col ruolo di portavoce c'è l'assessore al Lavoro Cristina Tajani, che sostenendo mr Expo alle primarie ha tagliato i ponti con Sel. Nella testa di lista anche la prima vice di Pisapia, Mariagrazia Guida, considerata «in quota» a don Colmegna. La Guida rassegnò le dimissioni nel 2013 per tentare la corsa al Senato con il Centro Democratico di Tabacci ma non poca fprtuna. Sala recupera (anche se «retrocesso» al quinto posto) l'assessore gaffeur della giunta arancione Franco D'Alfonso, famoso per la lite con Dolce e Gabbana, il divieto di distribuire gelati dopo le 24 o l'idea di cambiare il nome alla Galleria. Non si candida l'ex vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, ma piazza al terzo posto l'avvocato Roberta Guaineri (di lei Sala racconta che attraversò a nuoto lo stretto di Messina senza pinne, a differenza di Beppe Grillo) e il candidato afferma che la De Cesaris «è un supporto importantissimo che voglio sempre al mio fianco». In pole per fargli da vice in caso di vittoria, anche senza passare dalle urne. C'è il mondo delle professioni e il terzo settore in lista, ma Sala insiste sull'«area cattolica», presente «non solo con la Guida ma con Pierluigi Molla, figlio della santa Gianna Beretta Molla». E con Carmelo Ferraro, avvocato ciellino che entra dopo la rinuncia del vicepresidente della Compagnia delle Opere Massimo Ferlini. Il caso ha scatenato ancora aspre polemiche interne alla coalizione. Sergio Scalpelli, supporter di Sala, su Facebook scritto che si aspettava dopo le primarie un Pd con una bella lista «in sintonia con il nuovo corso renziano», una robusta lista di sinistra guidata da Balzani e civica capace di attrarre ex elettori di centrodestra. Invece «il capolista Pd Majorino è antirenzianissimo», la lista arancione «è deboluccia» e nell'uscita di Ferlini «spero non abbiano avuto ruolo i veti di Sel che in altre epoche sarebbero stati trattati come il pidocchio nella criniera del cavallo». Il capogruppo Sel Mirko Mazzali reagisce male a «deboluccio» e «pidocchi».

Nella lista Sala anche il direttore d'orchestra Alberto Veronesi, Elena Bardin Ferrari, l'editore Gianni Romano, l'architetto Umberto Nicolini, Enrico Marcora, Elisabetta Strada, la giornalista Laura Guardini, la designer Laura Agnoletto, Efrem Antoniazzi (figlio di Piervito) e Vincenzo Giannico (Consiglio nazionale universitari).

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