Pompieri in azione nel Nuovo centrodestra dopo le polemiche divampate nei giorni scorsi e le fughe dal partito, quelle consumate e quelle soltanto minacciate. Ieri si sono riuniti il coordinamento regionale e quello comunale e in entrambe le sedi all'ordine del giorno c'era anche il «disagio» manifestato nel partito. Due i casi che hanno fatto scalpore: quello del coordinatore brianzolo Stefano Carugo che ha rimesso il mandato e quello del presidente del gruppo Ncd a Palazzo Marino Marco Bove, che ha salutato il movimento per tornare nelle file di Forza Italia. Marzio Ferrario, assessore provinciale e braccio destro del presidente della Provincia Guido Podestà, ha confermato che la scelta di Bove esprimeva il malcontento di un'intera area. Ma i vertici del partito hanno subito tentato di minimizzare entrambi gli episodi derubricando l'addio di Bove («solo una scelta personale») e il passo indietro di Carugo («una decisione concordata»). Qualcuno dentro Ncd accredita anzi l'idea di un Podestà seccato per la fuga in avanti del giovane capogruppo comunale, riconosciuto come un suo uomo. Di certo, nonostante l'acqua gettata sul fuoco delle polemiche, nessuno esclude le difficoltà, dettate soprattutto dalle linea politica, sempre più sottoposta a una «torsione»: alleati del Pd a Roma, al lavoro col centrodestra a Milano e in Lombardia. Il doppio forno, tuttavia, viene confermato un po' da tutti come una scelta difficile ma necessitata. Lo ribadiscono anche i coordinatori milanesi, il comunale Nicolò Mardegan e il provinciale Luca Del Gobbo, che - anche da capogruppo regionale - ricorda il «lavoro corretto e proficuo portato avanti in Regione con la Lega e con Roberto Maroni». La scelta di lavorare «nel campo del centrodestra» anche a Milano viene confermata da tutti come la prospettiva dei prossimi anni e questa linea serva anche al ministro Maurizio Lupi per coltivare le sue ambizioni di diventare candidato sindaco contro Giuliano Pisapia (o chi per lui). E viene estesa, con i gruppi unici, anche alla città metropolitana. Ciò su cui i milanesi hanno insistito, per fermare fughe e disagi, è una stagione di congressi locali: «Spero nei congressi presto - dice per esempio Del Gobbo - io per esempio vorrei fare solo il capogruppo».
La stessa richiesta, con urgenza anche maggiore, è arrivata da Mardegan e dallo stesso Raffaele Cattaneo: «Ho iscritto centinaia di persone perché voglio che scelgano i loro dirigenti - ha detto il giovane coordinatore milanese - e così sarà. Milano sarà la prima città d'Italia a fare il congresso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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