Un evento nato male e finito peggio. La settimana palestinese in corso a Milano - si chiude domani - continua a suscitare polemiche. Non si può dire che sia una sorpresa, viste le premesse ideologiche da cui nasce, ma l’ultima scoperta che riguarda la manifestazione organizzata con il sostegno del Comune di Milano è piuttosto sconcertante. Lo denuncia Daniele Nahum, ex vicepresidente e oggi delegato ai rapporti istituzionale della Comunità ebraica milanese (che ha sempre mostrato favore e apertura per l’iniziativa): «La Palestina - scrive - sulla locandina è raffigurata come nelle locandine di Hamas. Israele non esiste».
Non è un caso, o un dettaglio di poco conto, una rappresentazione del Medio oriente in cui non esiste Israele. Lo stato ebraico «incluso» - come ha detto qualcuno - in quei confini di uno stato-«Palestina» significa una cosa sola, dal punto di vista politico: la cancellazione di Israele. Questo, si sa, è l’obiettivo «statutario» di Hamas, il partito-milizia dei palestinesi, ma altra cosa è che compaia nel simbolo di un’iniziativa sponsorizzata dal Comune: «Sono stupito - dice infatti Nahum - dal fatto che il Comune di Milano non abbia controllato questa “immagine” prima di concedere il patrocinio». Nella locandina fra l’altro si cancella Israele, e di conseguenza anche Tel Aviv, città gemellata con Milano.
D’altra parte, come detto, l’evento non è nato sotto i migliori auspici, dal momento che era stato pensato e annunciato come una sorta di «riparazione» (ovviamente non dovuta) dopo «Unexpected Israel», un evento dedicato alla cultura israeliana, oggetto di attacchi e polemiche piuttosto inquietanti, che il sindaco Giuliano Pisapia, aveva cercato in qualche modo di sopire o assecondare con questa sorta di malintesa «par condicio». A promuovere questo evento, sin dai primi mesi del 2012 un gruppo di associazioni e istituzioni, fra le quali il ministero della Cultura palestinese, la missione diplomatica palestinese, la comunità palestinese della Lombardia, l’Arci Milano, la Camera del lavoro, il teatro Verdi. La manifestazione costa 147mila euro, il Comune se ne accolla 120mila.
E poi il caso dell’immagine non è neanche tutto: «Nonostante avessimo auspicato pubblicamente di essere invitati all’evento - aggiunge Nahum - non è arrivato alcun invito alla Comunità ebraica di Milano. Evidentemente non è gradita la nostra presenza». Altro aspetto inquietante, questo dell’invito, dal momento che il presidente stesso della comunità, Walker Meghnagi, anche con un’intervista al «Giornale» aveva manifestato una linea di grande apertura verso l’evento, a condizione che non fosse un’occasione di strumentalizzazione politica.
E poi aveva proseguito nella sua linea di apertura invitando alla Giornata della cultura ebraica, ai primi di settembre, i vertici delle associazioni islamiche milanesi. Un’apertura che, vista oggi, appare amaramente delusa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.