Eppure, se si esclude lo scambio di persona, qualcosa di grave nella sua vita deve esserci stato per determinare un odio così forte. Odio che ha armato la mano dell'assassino, o fatto prezzolare un sicario per eseguire la «sentenza». Un assassino rimasto acquattato nell'ombra di via Mosè Bianchi in attesa che la vittima uscisse. Non una grande impresa in quanto Preda era un uomo estremamente abitudinario. Ogni sera verso le 19 lasciava il suo ufficio di brokeraggio, la «Z & M Insurance», in via Monte Rosa 21 e andava a prendere la sua Audi A/5, in una garage distante 200 metri. E in questo percorso mercoledì è stato freddato.
Ieri è stata eseguita l'autopsia che ha stabilito per il momento l'unica certezza: l'uomo è stato colpito da un proiettile di grosso calibro che gli ha trapassato la testa. Nessun bossolo, segno che l'assassino ha usato un revolver oppure lo ha recuperato. Per questo nelle prossime ore la polizia scientifica studierà bene la posizione della vittima e la traiettoria del proiettile nel tentativo di trovare l'ogiva e da questa risalire all'arma usata. Poiché non ci sono telecamere nel punto della sparatoria, gli investigatori stanno esaminando le immagini di tutti gli apparati di registrazione in zona, nella speranza di individuare qualcuno che corrisponda alle descrizioni fornite dai testimoni. Piuttosto contraddittorie per altro.
Il passo successivo sarà esaminare la documentazione di tutti i rapporti professionali all'interno della «Z & M Insurance», dove presiedeva il consiglio d'amministrazione, ma anche della «Dp Preda» e «Preda sas», di cui era socio accomandatario, nella speranza di trovare qualche ragione di contrasto tra l'assicuratore e un eventuale cliente. La morte di Preda infatti ricorda molto il caso di Ettore Vittiello, 58 anni, altra persona dalla vita cristallina, ucciso a coltellate nel suo studio il 29 marzo 2011. Un vero rebus fino a quando si scoprì che ad ammazzarlo era stato un socio Alessandro Cozzi, che doveva 17mila euro alla vittima. Gli inquirenti tuttavia non escludono il gesto disperato di un dipendente o un agente licenziato dall'uomo. Per questo hanno già chiesto l'elenco di tutti i collaboratori passati per le tre società di Preda, alla ricerca di qualche rapporto concluso in maniera burrascosa
Infine, perché di solito si uccide per denaro o per passione, la polizia sta anche vagliando l'ipotesi di una relazione extraconiugale, anche se la serenità della sua vita, di cui faceva parte la moglie Ornella, 68 anni, e il figlio Giorgio, 42 anni, tenderebbe a escludere questa possibilità. Diego Preda nonostante i suoi 69 anni era un bell'uomo, fisico asciutto e atletico, amante dello sport, in particolare il golf. Nei vari «green» era conosciutissimo per il suo stile impeccabile, frutto di un'applicazione e un allenamento quasi professionale. Tanto che aveva persino trovato uno sponsor che lo sostenesse.
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