L'opera cult del pacifismo in versione audiodramma

Spettatori in cuffia al Parenti per «E Johnny prese il fucile» di Trumbo Al Carcano la «Mandragola» di Machiavelli diventa un talk show

Antonio BozzoLargo ai giovani, verrebbe da dire guardando alla programmazione del Parenti. Nulla di strano, per un teatro come quello diretto da Andrèe Ruth Shammah, che della fiducia verso le nuove generazioni mena giustamente vanto. Stasera, debutta Bull, del britannico Mike Bartlett, nella traduzione di Jacopo Gassmann, con regia di Fabio Cherstich e, sul palcoscenico, Linda Gennari, Pietro Micci, Andrea Narsi, Alessandro Quattro. Una squadra, a partire da Cherstich (assistente di Filippo Timi e Shammah), che proprio al Parenti ha fatto il rodaggio in importanti spettacoli. «Bull» è presentata come una commedia spietata, rappresentazione ambigua del male che si svela in un normale ambiente lavorativo impiegatizio, dove si progettano licenziamenti non indolori (in scena fino al 10 aprile).Sempre al Parenti, dal 31 marzo al 3 aprile arriva in teatro un audiodramma (produzione Fonderia Mercury) tratto da un inno al pacifismo: E Johnny prese il fucile, dello scrittore e sceneggiatore americano Dalton Trumbo. Romanzo che racconta la storia emblematica di un ragazzo statunitense, Joe Bonham, che ferito in guerra (quella del 1914-1918) rimane paralizzato. I suoi pensieri da torso umano, pensati in una corsia di ospedale, portano il lettore (e lo spettatore) a riflettere sugli orrori di tutte le guerre. Il palco, nell'allestimento con regia di Sergio Ferrentino, si trasforma in uno studio radiofonico e parole e suoni arrivano agli spettatori muniti di radio-cuffia. Non è solo un esperimento, ma un modo diverso per restituire drammaticità a un testo di cui lo stesso autore, Trumbo, curò la regia per un premiato film, nel 1971.Al Teatro Carcano, dal 30 marzo al 10 aprile, va in scena uno dei lavori più conosciuti e frequentati di Niccolò Machiavelli: La Mandragola. Lo spettacolo - che ci porta dentro vizi pubblici e privati di un'intera società (vizi e corruzioni ancora attuali, a cinque secoli e rotti dalla stampa della commedia) - comincia con un talk show, per poi dipanarsi tra i feroci lazzi che punteggiano la vicenda. Jurij Ferrini ne è regista e interprete. In scena, lo affiancano Matteo Ali, Michele Schiano di Cola, Angelo Maria Tronca, Alessandra Frabetti, Gianluca Guastella, Rebecca Rossetti. Spettacolo di forte impegno produttivo, di cui si segnala pure la scelta delle musiche, che ben si sposano all'azione scenica.Al Teatro della Cooperativa (1-3 aprile) va in scena Iliade, due voci per un canto. La guerra di Troia viene narrata con il ritmo della cronaca, dando voce non agli eroi classici, ma a personaggi che mai avrebbero voluto combattere e che mettono in luce l'assurdità del conflitto: una lettura forse troppo impegnata a fare da risonanza alle moderne istanze pacifiste, ma che merita comunque attenzione. Lo spettacolo è scritto e diretto da Tommaso Amadio, con Sara Drago e Marco Rizzo. Chiudiamo la panoramica di una settimana non ricchissima con N.E.R.D.

s, al Filodrammatici fino al 10 aprile. Spettacolo di Bruno Fornasari sullo sfaldamento di una famiglia tradizionale, che si ritrova in un agriturismo per il 50esimo anniversario di matrimonio dei genitori. Un ospite a sorpresa, guasta l'idillio.

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