Alcuni hanno un'architettura minimale: colori tenui, materiali moderni giocati sulle trasparenze e linee squadrate. Altri si trovano in palazzi che sono pezzi di storia della città e dell'Italia, ristrutturati con cura per offrire a clienti abituati al lusso il massimo del comfort. E poi ci sono i grattacieli alle porte della città, destinati più a chi viene per affari che per piacere: li si nota - imponenti, svettanti - entrando dall'autostrada.
Sono gli alberghi a quattro e cinque stelle di Milano. Un'offerta che, in tempi recenti, si è parecchio arricchita. Soprattutto nel centro storico della città, dove è prevista a breve l'apertura di nuove realtà che porteranno il numero totale, tra cinque stelle e cinque stelle «lusso» - cioè quelli che hanno ulteriori caratteristiche «up level» - a tredici hotel (quattordici se si conta anche la provincia, con la Villa San Carlo Borromeo di Senago).
In via Monte di Pietà 16, ad esempio, è quasi pronto il «Mandarin Oriental», la cui apertura è prevista proprio entro la fine di quest'anno: 104 stanze, tra cui 34 suite, progettate dall'architetto Antonio Citterio. Fiore all'occhiello della struttura, appartenente ad una catena con sede a Hong Kong che ha scelto il capoluogo lombardo per il suo sbarco in Italia, sarà la spa di circa 800 metri quadrati.
Hanno scelto il cuore di Milano anche i gruppi Starwood e CosmoHotels. Il primo aprirà il «W» al civico 19 di via Brera: 76 camere in un grosso edificio a due passi dalla Pinacoteca che sarà rimesso a nuovo ed aperto al pubblico a giugno del prossimo anno. Il secondo invece apre tra solo due mesi «Palazzo Parigi»: sette piani all'angolo tra Corso di Porta Nuova e via Fatebenefratelli, in totale 95 camere. Lo stesso gruppo possiede tra Milano e provincia altri quattro grossi alberghi, tra cui il Palace vicino all'uscita autostradale di Cinisello sud. Ha optato per una location alternativa l'imprenditore della cosmesi Roberto Martone, proprietario del «Magna Pars», che sorge in una zona della città in profonda trasformazione: quella delle ex fabbriche attorno a via Tortona. Qui, in via Forcella 6, l'hotel, composto da 28 suites e caratterizzato da un design moderno, è già aperto al pubblico.
Già operativi sono anche i tre grattacieli ubicati in posizione strategica: il «Klima», il «B4» e il «The Hub». Tutti in zona Rho Fiera, sono quattro stelle nati negli ultimi tre anni, rivolti soprattutto a chi viene a seguire saloni ed esposizioni.
Verrebbe da pensare che tutta questa offerta dipenda dall'avvicinarsi di Expo, per cui manca ormai solo un anno mezzo. Ma non è del tutto vero. Come chiarisce Sofia Gioia Vedani, architetto e presidente dell'Associazione degli Albergatori di Milano: «Ci sono tanti adempimenti burocratici da portare avanti, per cui tra l'idea e la sua realizzazione trascorrono in media cinque anni: tutti gli hotel nati di recente sono frutto di investimenti precedenti alla crisi, avviati tra il 2005 e il 2007, che fu un anno particolarmente florido per il mercato dell'hotellerie». Per fortuna il lusso, continua Vedani, «non subisce la crisi, o almeno non nella misura in cui si sta abbattendo sulla fascia media, dove i prezzi segnano un crollo». Non è scontato, però, che l'Expo faccia da volano ad un aumento della clientela. Se da un lato si prevedono milioni di visitatori, «dalle analisi di grandi eventi come questo si evince che all'aumento di flusso poi segue una flessione negli anni successivi. Senza contare che le nuove aperture tendono anche a cannibalizzarel'offerta già esistente». La strategia vincente, secondo la rappresentante degli albergatori milanesi, passerebbe per una maggiore pubblicità degli eventi di Expo.
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