Roberto contro Roberto sul terreno nordista. Scintille ieri tra il segretario federale della Lega Roberto Maroni e il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. Il campo di battaglia: la macroregione del Nord, di cui il governatore si sta facendo strenuo promotore. E che infastidisce non poco sul loro terreno gli alleati leghisti alla prese con il nuovo corso inaugurato da Roberto Maroni. «Il Nord viene prima dell'Italia» ha tuonato ieri il neosegretario annunciando la «campagna d'autunno», che non a caso parte proprio dagli Stati generali del Nord a Torino a fine settembre. «C'è qualcuno che ne parla a vanvera» ha detto l'ex ministro. Ogni riferimento al governatore è puramente voluto, il giorno dopo l'incontro con il presidente del Friuli Tondo. «Per la Lega - ha tuonato Maroni, che non ha gradito l'attivismo di Formigoni su un tema che i leghisti considerano proprietà privata - la questione è una cosa seria, anzi sacra perché la lanciò Gianfranco Miglio tanti anni fa. Noi vogliamo segnare con la nostra presenza, fisicamente, la macroregione del Nord. Chiedendo a tutti coloro che sono realmente interessati a questo progetto, ai movimenti politici e autonomisti, di aderire». Tentativo, poco sportivo e forse storicamente avventato, di escludere il governatore e il Pdl dalla partita. Alla luce anche dei primi passi di avvicinamento intrapresi da altre regioni.
Peccato che il Carroccio sembri oscillare sul campo tanto che il presidente della Regione «ha ricevuto un invito da parte del segretario provinciale della Lega di Brescia, Fabio Rolfi, a intervenire quale gradito ospite a un dibattito dal titolo Macroregione del nord, insieme a Cota, Zaia e Gibelli il 15 settembre alla festa del partito».
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