Un vero sequestro di persona, una «fuitina» oppure chissà cos'altro si nasconde dietro la denuncia fatta da una rom di 38 anni che ha raccontato alla polizia rapimento della figlia di 18. «Un ragazzo di 23 anni, che abita nel nostro campo prima ha rubato una nostra vettura e poi ha costretto mia figlia a salire e quindi è sparito». La questura ha diramato le ricerche anche all'estero, ma a 24 ore di distanza dalla denuncia né della ragazza ne del suo rapitore è ancora stata trovata traccia.
Il sequestro sarebbe avvenuto venerdì sera nel campo sosta di via Monte Bisbino a Baranzate di Bollate, dove risiedono decine di famiglie rom di orine romena e bosniaca, entina alla quale appartengono tutti i protagonisti di questa vicenda. In tarda sera una pattuglia della polizia fa il solito giro per tenere sotto controllo i turbolenti abitanti del campo, quando vengono avvicinati da alcuni rom. In particolare si fa avanti una donna di 38 anni che spiega come uno dei residenti un ragazzo di 23 sia entrato poco prima nel campo e si sia impossessato di una Audi S/5, un modello da oltre 60mila euro. Non contento avrebbe poi afferrato sua figlia, caricata a forza nella vetture con la quale sarebbe sparito. Viene subito dato l'allarme generale per le ricerche, anche alle frontiere, perché la zingara spiega come il rapitore abbia dei parenti in Francia, dove avrebbe potuto trovare rifugio. Ieri mattina la donna si presenta in questura per formalizzare la denuncia e aggiunge anche qualche particolare. Tra la sua famiglia e quella del sequestratore c'erano dei profondi dissidi a causa di una contestata compravendita di una vettura.
La polizia ha avviato le indagini soprattutto cercando di capire la veridicità del racconto.
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