Alle madri che allattano la Regione offre 75 euro

Nell'ambito dei finanziamenti alle donne in difficoltà Per accedere ai contributi servono 2 anni di residenza

Alle madri che allattano la Regione offre 75 euro

Un contributo aggiuntivo di 75 euro al mese alle madri in difficoltà «che abbiano fatto la scelta dell'allattamento al seno». È questa una delle novità nella delibera approvata ieri dalla giunta regionale che ha stanziato 2,2 milioni di euro per rifinanziare i fondi di sostegno alla maternità. Un «consolidamento, potenziamento e messa a sistema» delle misure «Nasko» e «Cresco» per il 2015, ha spiegato l'assessore alla Famiglia Maria Cristina Cantù.

Per quanto riguarda il contributo «Nasko», sarà destinato alle donne residenti in Lombardia da almeno due anni che rinuncino all'interruzione di gravidanza. Ma mentre prima era necessario un certificato medico, ora sarà sufficiente la dichiarazione di un Centro di aiuto alla vita. Requisito economico necessario sarà un Isee fino a 9mila euro per nucleo familiare composto da più di una persona e fino a 15mila euro in caso di una donna sola. Il contributo di 3mila euro sarà erogato per un massimo di 18 mesi: 100 euro per i primi sei antecedenti al parto e 200 per i dodici post parto. I contributi «Cresco», invece, andranno alle madri con un figlio da zero a 12 mesi, con un Isee fino a 9mila euro per nucleo familiare e residenti in Lombardia da almeno due anni. Un requisito considerato troppo «leghista» soprattutto dagli alfaniani di Ncd quando lo scorso ottobre si erano ridefinite le condizioni di accesso e proprio su questo elemento anche ieri il Pd ha nuovamente sollevato perplessità. Il contributo mensile è di 75 euro, fino a un massimo di dodici mesi a cui si potranno aggiungere altri 900 euro (75 al mese) nel caso di allattamento al seno.

Ma per l'assessore Cantù «l'intervento economico di sostegno si accompagna a progetti personalizzati di presa in carico». Interventi che secondo la delibera dovranno riguardare «specifiche fragilità della maternità e paternità correlate a condizioni di bisogno socio-sanitario quali problemi di natura psichiatrica, l'abuso di sostanze lecite e illecite in termini di dipendenza, i parti plurigemellari, le gravi disabilità o anche il caso drammatico della morte del piccolo». Critico il Pd che con il vice presidente del consiglio regionale Sara Valmaggi parla di «non grandi novità», mentre «al posto di Nasko e Cresco sarebbe stata preferibile l'istituzione di un fondo unico per sostenere veramente le madri in difficoltà». Magari «rinunciando a due pregiudizi sbagliati come il colore della pelle e la volontà di rinunciare all'interruzione della gravidanza». Ma l'assessore Cantù sottolinea la «forte valorizzazione dei consultori pubblici e privati accreditati nella logica evolutiva dei Centri per la famiglia e dei Centri di aiuto alla vita che rappresentano un importante e qualificato punto di riferimento, di accompagnamento e tutela delle fragilità».

Soddisfatto il capogruppo Ncd Luca Del Gobbo: «Il presidente Maroni e l'assessore Cantù dimostrano che la nostra Regione sa far seguire i fatti alle parole pronunciate al convegno dedicato alla famiglia e mette in campo oltre 2 milioni per tutelare il diritto alla vita e sostenere i più fragili». Ricordando che «il Fondo Nasko ha garantito a oltre 3mila donne di portare a termine la gravidanza, nel pieno rispetto del loro diritto a non esser costrette a ricorrere alla sua interruzione per motivi economici».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica