Bufera sugli appalti lombardi. I pm: "Tangenti sulle opere pubbliche"

Bufera giudiziaria in Lombardia. Tangenti per mettere le mani sui subappalti di opere pubbliche: nel mirino anche la linea ferroviaria per Malpensa. Quattordici in manette

Bufera sugli appalti lombardi. I pm: "Tangenti sulle opere pubbliche"

Una bufera giudiziaria senza precedenti si abbatte sulla Lombardia. Una raffica di arresti, almeno quattordici, è il risultato di una maxi inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal pm Bruna Albertini sulla realizzazione di numerose opere pubbliche. Tra le commesse al centro dell'indagine c'è anche quella relativa alla linea ferroviaria che collega il terminal 1 al terminal 2 dell'aeroporto Malpensa.

L'inchiesta coordinata dalla Dda di Milano ha fatto scattare le manette ai polsi a vari imprenditori "bergamaschi e calabresi" di diverse società operanti nel settore dell'edilizia che, come spiega la stessa Boccassini, sono state formalmente intestate a soggetti "prestanome" rendendole "apparentemente prive di legami tra loro", anche se poi "sono risultate riconducibili al sodalizio". Tra i quattordici arrestati c'è anche Davide Lonardoni, un dirigente di una società controllata da Ferrovie Nord. Le accuse sono pesantissime. Si va dall'associazione a delinquere finalizzata a corrompere e, quindi acquisire i subappalti delle opere pubbliche alla truffa ai danni dello Stato, dalla bancarotta fraudolenta all'intestazione fittizia di beni e complessi societari, nonché illecita concorrenza realizzata attraverso minacce e violenze.

Gli imprenditori, che erano capitanati da Pierino Zanga e avevano rapporti stretti con la 'ndrangheta, avevano dato vita a "un vero e proprio sistema utilizzato per alternarsi nell'esecuzione dei subappalti, con una cadenza tendenzialmente biennale". Il "sistema" aveva avuto "il preciso scopo anche di eludere eventuali attività di controllo di natura fiscale". "Non solo - appunta il gip - le società sebbene formalmente intestate a soggetti 'prestanome' erano riconosciute sul mercato quali espressione del reale proprietario che così seguitava a 'far affari' illecitamente e a reinvestire i capitali provento di reato in nuove società continuando in tal modo ad occultarsi al fisco e agli organi investigativi". A favorire in cambio di tangenti l'assegnazione dei subappalti delle gare indette da Ferrovie Nord Milano alle società degli imprenditori in odore di 'ndrangheta, sarebbe stato appunto Lonardoni, dirigente di Nord Ing.

Tra le persone arrestate c'è anche il bresciano Alessandro Raineri, ritenuto a libro paga degli imprenditori per aiutarli a contattare diversi funzionari pubblici e perfino non meglio precisati "contatti romani". Complessivamente sono state accertate violazioni per 20 milioni di euro.

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