«Incredulo ma sereno». Chi lo ha visitato, assicura che è questo lo stato d'animo di Mario Mantovani nel primo giorno dentro il carcere di San Vittore. È lì che lo ha incontrato il suo legale. Ed è lì che lo ha visto Luca Squeri, deputato e coordinatore provinciale di Forza Italia, che ha incontrato il vicepresidente della Regione ma anche gli altri arrestati: Giacomo Di Capua, capo di gabinetto, e un funzionario del provveditorato delle opere pubbliche della Lombardia. «Li ho trovati increduli - ha raccontato Squeri - spaesati per il luogo in cui si trovano e per come è successo, per imputazioni che io definisco infondate. Sono provati ma sereni, quando si ha la coscienza a posto si è sereni anche nei momenti più difficili».
Squeri è entrato nel carcere milanese alle 19.30 e ne è uscito alle 21 circa, dopo i tre incontri, ovviamente separati. «Al di là del merito della vicenda - ha detto il deputato azzurro - io li conosco bene e sono assolutamente lontani da ciò che viene loro contestato. E sono sicuro che sarà facile dimostrarlo nelle sedi competenti». Mantovani si è dichiarato estraneo alle accuse: «Anch'io, come te vent'anni fa, in questo inferno come innocente» ha detto al suo avvocato, evocando una vecchia vicenda giudiziaria.
Tramite Lassini, Mantovani ha annunciato la autosospensione dalla carica di vicepresidente della Regione. Una scelta apprezzata dalla coordinatrice regionale di Forza Italia, Mariastella Gelmini: «Il passo indietro di Mantovani rappresenta una scelta responsabile da apprezzare, che aiuta l'esecutivo a proseguire la marcia con rinnovato impegno nel governare la Regione leader del Paese» ha detto.
Con Squeri, Mantovani ha evitato ogni riferimento politico. Come gli altri due, ha avuto un unico pensiero: «Mi hanno chiesto di rassicurare le famiglie, mi hanno chiesto di riferire che tutto è sotto controllo, che non bisogna preoccuparsi perché hanno la coscienza a posto; che si tratta di un momento difficile ma passerà». Da amico, oltre che da compagno di partito, Squeri ha detto di confidare «che nel colloqui col gip venga meno una restrizione che al momento non è accettabile». Ed è il deputato azzurro a trarre dalla vicenda delle conclusioni di carattere politico: «Al di là del merito di questa vicenda - ha spiegato - è inaccettabile l'utilizzo esasperato della custodia cautelare. A un anno dalla richiesta, con un quadro completamente cambiato, con ruoli diversi. Che si arrivi ancora a utilizzare questo metodo è inaccettabile. Ma è colpa della politica che non ha fatto niente per mettere il freno al giustizialismo mediatico, dal momento che lo scopo è conquistare prime pagine». La questione è un'antica battaglia di Forza Italia: «Ma purtroppo siamo soli - ha detto Squeri - e la situazione è questa, indegna. Il partito, è vero, ha risposto modo compatto, con tutte le posizioni manifestate in queste ore, ma il pallino non ce l'abbiamo noi».
Ieri, inoltre, è tornato a parlare anche l'assessore all'Economia, Massimo Garavaglia, indagato nella stessa vicenda. Garavaglia, intervistato da Telelombardia, ha fatto sua la lettura del suo segretario, Matteo Salvini, che ha parlato di «un attacco politico» alla Regione Lombardia.
«Oggettivamente è abbastanza particolare questa tempistica», ha detto nell'intervista Garavaglia. «Mi pare che la questione che riguarda Mantovani fosse ferma nel cassetto da un paio d'anni», ha aggiunto riferendosi al vice presidente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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