Marco: «È la risposta italiana al cibo cinese e arabo». E funziona

Marco: «È la risposta italiana al cibo cinese e arabo». E funziona

Partita in sordina, con un buchetto a Bergamo, la «polenta alla spina» in pochi mesi ha riscosso un tale successo da portare l'apertura di altri tre negozi a Bergamo e Brescia. «È la risposta italiana ai take away cinesi e arabi» spiega Marco Pirovano, il suo geniale inventore, che ora si lancia alla conquista di Milano, con un occhio già a Mosca e New York.
La formula è semplice: acqua e farina di granoturco, un miscelatore d'alluminio da 12 chili, 40 minuti d'attesa e poi la spina per riempire il piatto a scelta con la gialla o la taragna. Più il condimento: sughi di cinghiale o capriolo, salumi vari e formaggio, su tutti ovviamente il taleggio. Il tutto per un prezzo che varia dai 3 ai 6 euro. «Ho fatto anche degli esperimenti con la Nutella e devo dire che ha incontrato moltissimo. Ho provato anche con vari tipi di marmellata, ma questi, se devo essere sincero, non hanno avuto una gran risultato» aggiunge Marco.
Pirovano Bergamasco «doc» ha cominciato insegnando arti marziali nelle palestre cittadine e ha continuato la sua avventura girando mezzo mondo, tra Australia e Caraibi, lavorando in ristoranti e pizzerie. La sua intuizione è stata quella di prendere un piatto che già di per se è popolare per storia e tradizione, e di renderlo ancora più popolare attraverso prezzi accessibili e alla portata di tutti. «IN particolare l'idea - spiega l'ardito bergamasco - mi è venuta vedendo il proliferare di negozietti etnici, asiatici o arabi, che vendevano le loro specialità, dal kebab al ravioli al vapore, a pochi soldi. Ho pensato: cosa abbiamo noi di tipico? Ma la polenta, ovvio! Per il nome è stato facile “PolentOne” è arrivato pressoché da solo».
Il primo esperimento a febbraio dell'anno scorso in Borgo Santa Caterina. Poche settimane, il tempo che si sparga la voce, e il locale viene preso d'assalto. Soprattutto giovani studenti per il quale la «polenta alla spina» è diventata subito una piacevole alternativa al solito panino e birra. Gli affari vanno bene tanto che il PolentOne diventa «two», «three» and «four», con negozi aperti a Brescia, a Bergamo Alta e Treviglio, alcuni con soci altri con i primi esperimenti di «franchising»
«La voce ha cominciato a spargersi in giro e tra i clienti ho scoperto diverse milanesi di passaggio a Bergamo che avevamo sentito di questa mia iniziativa. Così ho pensato che ero pronto per il grande salto». Marco individua un negozio in via Pascoli 60 in Città Studi. «Visti i miei prezzi competitivi, gli universitari sono i miei migliori clienti» e a fine settembre sbarcherà in città con il «PolentOne», anzi a questo punto il «PolentFive».

Mentre ha già in cantiere il numero «sei» che dovrebbe aprire a Lecco entro fine anno. «Ma non ho intenzione di fermarmi e comincio a pensare che la mia “polenta alla spina” potrebbe avere successo all'estero, prossima tappa Mosca o New York».

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