Maroni appello a Ncd per la corsa a sindaco Fi: «Però lascino Renzi»

L'apertura del presidente ai centristi non convince ancora gli alleati: Lupi e Cattaneo devono schierarsi

Roberto Maroni detta la sua linea politica. «Questa è la maggioranza che governa la Lombardia. Faccio fatica a immaginare uno schieramento diverso per Milano, con Ncd alleata al Pd» dice il presidente della Regione durante il vertice di maggioranza a Palazzo Lombardia. Come già successo in passato, evoca persino «crisi di giunta» se le vicende politiche dovessero prendere un'altra piega. Poi, lascia il tavolo per andare a Roma, ad incontrare il premier, Matteo Renzi, sui temi economici e fiscali e sulla sanità, con il mandato di proporre un referendum per l'autonomia della Lombardia. Anche perché su questo fronte anche i sindaci del Pd lombardo hanno sottoscritto un documento molto avanzato.

La battuta arriva da Mariastella Gelmini ed è il segnale del disagio di Forza Italia di fronte al protagonismo e agli ondeggiamenti della Lega. «Non è che sono d'accordo, Maroni e Salvini? Salvini fa il capopopolo e il pasdaran, Maroni il governativo, e così coprono tutto lo spazio politico?» le parole della coordinatrice regionale azzurra durante il vertice di maggioranza. Ma che ci sia una battaglia per la leadership all'interno della Lega è fuori discussione.

Trattativa con il governo sul residuo fiscale e i costi standard, il referendum consultivo per chiedere maggiore autonomia della Lombardia. E poi le modalità del reddito d'autonomia. Questi i temi regionali affrontati nel corso del vertice con Maroni. Presenti i coordinatori regionali e i capigruppo di Forza Italia, Gelmini e Claudio Pedrazzini, di Ncd, Alessandro Colucci e Luca Del Gobbo, il presidente del consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, Ncd, per la Lega Paolo Grimoldi e Massimiliano Romeo, per Fratelli d'Italia Riccardo De Corato e Paola Frassinetti.

Ma il nodo è la battaglia per Palazzo Marino. Il nome del candidato e le alleanze. La paura di Forza Italia e Fratelli d'Italia è che la politica centrista del presidente della Regione, Roberto Maroni, metta in difficoltà con i propri elettori sia gli azzurri che gli esponenti di Fratelli d'Italia. «Ncd deve dare segnali di discontinuità dal governo Renzi» la tesi ribadita in modo più o meno dialogante dagli alleati, dall'azzurra Gelmini al leghista Grimoldi fino a De Corato e Frassinetti.

«Noi siamo alleati fedeli, lo abbiamo dimostrato dove ci hanno voluto nella maggioranza, come in Liguria» la replica del capogruppo di Ncd, Luca Del Gobbo. Ma il tema è che Angelino Alfano, Beatrice Lorenzin e Fabrizio Cicchitto hanno già scelto l'alleanza con il Pd.

E chi continua ancora a credere nell'alleanza con Ncd, come Gelmini, chiede «un Ncd in salsa lombarda, lontano da certe posizioni di Roma e vicino a Maurizio Lupi e ad altri esponenti tradizionalmente di centrodestra», come Raffaele Cattaneo, Alessandro Colucci e Luca Del Gobbo. Arriva da un incontro all'Università della terza età la risposta di Lupi: «Io credo che da Milano possa partire un modello nuovo anche per la ricomposizione del centrodestra».

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