Maroni cede al pressing Forza Italia nella giunta conserva i suoi sei posti

Maroni cede al pressing Forza Italia nella giunta conserva i suoi sei posti

Una telefonata con Silvio Berlusconi domenica sera ha costretto il governatore Roberto Maroni (che preferisce parlare di «riequilibrio» e non di «rimpasto») a cedere al pressing di Forza Italia, concedendo un posto da sottosegretario a Maurizio Del Tenno a cui in omaggio alla ragion di Stato vien chiesto di lasciare le deleghe alle Infrastrutture. E così la «crisetta» in Regione si chiude con un nuovo assessore e un sottosegretario in più per gli «alfaniani» del Nuovo centrodestra e FI costretta a far uscire un suo assessore che viene però ripescato come sottosegretario. Ma alla fine, seppur con un uomo degradato, in questo modo mantiene comunque i suoi sei posti in giunta. «Un pareggio» si dice con soddisfazione nel quartier generale degli azzurri. «Una situazione riequilibrata» dopo che Maroni puntava sulla semplice uscita di Del Tenno. Così non è stato per la tenacia con cui i colonnelli azzurri Mariastella Gelmini e Giovanni Toti non hanno accettato la decurtazione e allo stesso tempo hanno chiesto ai consiglieri che minacciavano l'Aventino di «mantenere la calma». Anche perché secondo alcuni presenti alla riunione di assessori e consiglieri del centrodestra convocata ieri da Maroni a Palazzo Lombardia («parte una nuova fase»), sarebbe stato lui stesso a far intendere che dopo le elezioni europee, magari già a giugno quando saranno più chiare le riforme istituzionali Delrio, si potrebbe passare alla seconda fase con un nuovo assetto delle deleghe per renderle più adeguate alle nuove necessità. «Bisognerà rafforzare il gruppo dei consiglieri facendo entrare in giunta chi ha preso i voti e ha più contatto sul territorio - spiega uno di FI - E su questo anche quelli della Lega cominciano ad avanzare a Maroni le stesse nostre richieste». Un nuovo asse che potrebbe costringere il governatore a capitolare. Partendo magari dalla promozione del sottosegretario Fabrizio Sala ad assessore all'Expo.
Al di là del colpo di scena con il ripescaggio di Del Tenno, le deleghe alle Infrastrutture sono andate ad Alberto Cavalli che lascia Commercio e Turismo all'ingresso del capogruppo ncd Mauro Parolini che cede il suo posto in aula a Luca Del Gobbo. Con Del Tenno che da sottosegretario si occuperà delle infrastrutture legate all'Expo («perché - ha detto Maroni - su quelle che non sono di competenza della Regione, sono molto preoccupato e voglio qualcuno che vigili sul rispetto del cronoprogramma»). Sottosegretario sarà anche il presidente della Provincia di Lecco Daniele Nava (Ncd) con delega agli Enti locali. «Ho deciso di assegnargli questioni scottanti che riguardano la legge Delrio e possono anche cambiare la formazione del governo della Regione Lombardia. Sono le funzioni che la Regione ha dato alle Province e che dovranno essere riordinate». Fuori, invece, il leghista Dario Galli che aveva la delega della Macroregione delle Alpi e dei Quattro motori per l'Europa. «È candidato alle Europee, ho revocato l'incarico». Protesta il capogruppo del Pd Enrico Brambilla: «Le fibrillazioni della maggioranza sono state temporaneamente risolte nel più classico dei modi: mettendo due poltrone in più, a spese dei lombardi».


Preoccupato, invece, Maroni per il trasferimento alla Regione delle partecipazioni azionarie della Provincia nelle società interessate alle infrastrutture Expo. «Voglio evitare di mettere soldi perché la Delrio dice che al 31 dicembre 2015 dovremo restituire tutto alla città metropolitana». Sevirà una due diligence. «Voglio capire i conti».

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