«Tutti i sondaggi ci danno vincenti al Senato in Lombardia. Qui si gioca il futuro dell'esito elettorale anche delle politiche» dice il vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi, capolista milanese del Pdl alla Camera. Domani Silvio Berlusconi sarà a Milano. «La scelta di Milano non è casuale. Vorremmo ripartire da qui per vincere politiche» spiega Lupi.
È la sede del Popolo della libertà di viale Monza, seduti uno a fianco all'altro ci sono i big del Pdl milanese e lombardo. E a sorpresa arriva Roberto Maroni, segretario della Lega ma soprattutto candidato presidente della Regione: «Voglio fare il governatore della Lombardia e di tutti i lombardi, non solo della Lega. Per questo se, anzi quando sarò eletto governatore, lascerò la guida del partito a un giovane».
Maroni rilancia il progetto della macroregione del Nord: «La nostra idea è di mettere insieme le aree dal Piemonte al Friuli Venezia Giulia seguendo il disegno di Miglio. È la stessa macroregione che la stessa Regione Lombardia ha sostenuto nell'ultima riunione di giunta e che si può raggiungere con un percorso istituzionale. Questa è l'ambizione che io ho». È anche per questo, spiega, che ha annunciato le proprie dimissioni dalla segreteria della Lega.
Maroni mette ai primi punti del programma la lotta alla criminalità organizzata: «Vogliamo cacciare mafia, camorra e 'ndrangheta, ma anche favorire lo sviluppo negato da Monti». Tra i «pilastri» la famiglia: «Vogliamo valorizzarla come società naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna».
Mariastella Gelmini, capolista di Lombardia 2, insiste sul significato politico del confronto elettorale in Regione: «Si riparte dalla Lombardia, dal Nord e da Milano. Il Nord è la parte del Paese che soffre di più la crisi. Se non ci sono ricette per battere la crisi qui, credo sia difficile far uscire il Paese da spirale recessiva». Aggiunge: «Anche la caduta prematura della Regione che tanto ci ha fatto soffrire, forse potrà consentire di consolidare il pronostico a favore di Roberto Maroni». E ancora: «Il superamento del modello Pisapia è la priorità».
Mantovani, candidato al Senato e alla vicepresidenza della Regione, sfodera ottimismo: «I sondaggi di oggi dicono che siamo in rimonta ed è una cosa davvero importante». Secondo le ultime rilevazioni nazionali il Pd è sceso sotto il trenta per cento e la distanza tra centrodestra e centrosinistra è di soli due punti. «Non fa bene governare la banche» commenta il coordinatore regionale del Pdl. E anche Paolo Romani insiste sul peso dello scandalo Monte dei Paschi: «Se non sanno governare una banca, non possono governare il Paese».
Luigi Casero, ex sottosegretario all'Economia, sottolinea le differenze tra la proposta del Pdl e quella della sinistra: «Non intendiamo smontare il sistema della sanità lombarda, ma insistere sul sistema sussidiario e sull'associazionismo, con il buono scuola e il buono welfare. Vogliamo permettere ai cittadini di fare le proprie scelte».
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