Maroni stringe i tempi E vuole chiudere oggi

Maroni stringe i tempi E vuole chiudere oggi

Il via libera della Corte d'Appello è atteso per lunedì. Nel frattempo la giunta Maroni è sottoposta a scossoni politici non indifferenti, anche a causa dello scontro tra Umberto Bossi e il neo governatore della Lombardia, che è stato accusato dal Senatùr di voler mantenere troppi incarichi. E poi, come sempre accade quando vengono scelti gli assessori, le aree e i territori esclusi mugugnano e protestano, per i motivi più svariati. Ma l'intenzione è di chiudere comunque stasera, quando tutti i nomi saranno presentati a Maroni.
Una situazione in cui non si possono escludere fino all'ultimo sorprese, soprattutto sulle deleghe. E in particolare sulle deleghe rosa. Le sicure al momento sono Claudia Terzi e Maria Cristina Cantù. Fuori dalla squadra Simona Bordonali. Scalpita la comasca Erika Rivolta e si risente il nome della milanese Laura Molteni. I sicuri sono Gianni Fava all'Agricoltura, Massimo Garavaglia, che è già al lavoro sul Bilancio, e il canoista olimpionico Antonio Rossi allo Sport. Nella Lega c'è anche il tema di Andrea Gibelli, in pole position come segretario generale, che però potrebbe essere incompatibile con l'incarico a causa della sua attività politica nello scorso mandato, quando era vicepresidente della Regione.
I sette assessori del Pdl, fatti salvi eventuali assestamenti delle deleghe, sembrano abbastanza definiti, anche se mancano ancora accordi completi sul consiglio comunale, dalla guida dell'aula al ruolo di capogruppo e alla presidenza delle commissioni. Ma vediamo gli ultimi scenari. La giornalista Paola Ferrari entrerà in giunta con la delega a Turismo, Moda e Fiere. La Cultura dovrebbe andare a Mario Melazzini di Cl. L'esponente di Fratelli d'Italia è Viviana Beccalossi, di cui si parla come titolare dell'Urbanistica. Valentina Aprea si occuperà di Scuola e Lavoro. Verso le Infrastrutture è in corsa Maurizio Del Tenno, da Sondrio. Alberto Cavalli dovrebbe avere Commercio e Attività produttive. E infine c'è il nome forte di Mario Mantovani, che sarà vicepresidente della Regione con delega alla Salute.
I consiglieri, votati ma rimasti esclusi, si lamentano e sono in attesa di rassicurazioni. Rimane in dubbio la posizione di Alessandro Colucci, che gode di un consenso ampio e potrebbe diventare capogruppo del Pdl. In corsa per incarichi in vista Fabrizio Sala, Giulio Gallera e Claudio Pedrazzini.
La proclamazione di presidente e consiglieri è in ritardo. La “responsabilità” è della legge elettorale, decisamente complessa nell'attribuzione dei seggi, tra gli sbarramenti, i resti, le quote riservate a ciascuna provincia. Colpa anche del voto disgiunto, che è andato di gran moda a Milano, mandando nel pallone gli scrutatori e costringendo a ricontare le schede. Sono stati molti gli elettori milanesi a scegliere di votare un candidato e contemporaneamente la lista di un partito che sosteneva un altro candidato.


Adesso i risultati vengono inseriti in due software diversi, uno della Regione e l'altro della Prefettura, e saranno confrontati tra di loro per vedere se sono uguali. Per mettere alla prova i cervelloni è stato fatto un esperimento con i risultati delle elezioni regionali del 2010 in Campania.

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