La mascherina, lo stop e Gallera. Priorità Pd? Attaccare la Regione

La sinistra non vedeva l'ora di aprire il fuoco su una giunta che in una crisi storica per il Paese la sta mettendo in ombra

La mascherina, lo stop e Gallera. Priorità Pd? Attaccare la Regione

Finalmente, avranno pensato. Finalmente hanno potuto far partire il fuoco di fila contro Giulio Gallera, sfruttando la prima occasione che si è presentata, vale a dire l'intervista in cui l'assessore regionale - interpellato su una sua possibile corsa a sindaco di Milano - senza la «tara» di premesse che sarebbero state forse opportune quanto insincere - ha risposto invece ciò che da tempo era chiaro, naturale ed evidente a tutti: «Sono milanese - ha detto - se servisse non mi tirerò indietro», per poi precisare di non essere candidato, restando impegnato in prima linea nella guerra al Coronavirus.

E si sono sfogati, a sinistra, dopo che per settimane hanno dovuto assistere, impotenti, allo spettacolo di una giunta di centrodestra che è parsa anche agli occhi di molti una voce autorevole e forte nella peggiore crisi della storia lombarda e italiana. È da settimane che un pezzo del Pd contesta, contrasta, e prova a demolire la giunta regionale. Come dimenticare il caso della fuga di notizie sul famoso decreto del sabato notte? Si dovette attendere l'intervento della Cnn, per fermare il tam-tam che (spesso in mala fede) addebitava la «spifferata» all'ufficio stampa regionale, quando invece il documento era uscito a «latitudini» molto diverse. D'altra parte si è partiti subito, con l'ormai storica cantonata presa sulla famosa mascherina di Attilio Fontana: Pd e 5Stelle hanno attaccato a testa bassa e irriso il governatore lombardo, colpevole di aver preso, in diretta, una precauzione che è prevista dai protocolli, indossando quel «dispositivo di protezione» che ora si raccomanda a tutti.

Erano, quelli, i giorni in cui era ancora fresca la campagna su Milano che «non si ferma», su cui peraltro è meglio tacere per carità di patria. Perché la logica è questa: il governo non può mai essere criticato, perché siamo in emergenza, la Regione invece sì, ogni giorno. Non può essere criticato, il governo, neanche quando il premier Giuseppe Conte - sbagliando - se la prende con i medici dell'ospedale di Codogno. E non può essere criticata la Protezione civile, quando manda a Milano delle mascherine che sono un insulto all'impegno di medici e infermieri. «Invece di lavorare insieme - minimizzò allora il consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati - arriva la polemica dell'assessore leghista al Bilancio Caparini sulla qualità di una tipologia di mascherina che sarebbe utilissima nelle aziende e nei reparti di rapporto con il pubblico». Ed è, l'ex segretario del Pd milanese, uno di coloro che si sono dati come priorità la critica alla giunta regionale, qualsiasi cosa faccia.

Una critica quotidiana, sempre e comunque, smisurata, che arriva a vette paradossali: quando è stato chiamato Guido Bertolaso, il Pd ha detto che «commissariava Gallera, e quando il tema era la necessaria adozione di misure restrittive più drastiche, il Pd ha accusato Fontana di non aver preso subito l'iniziativa superando il governo e facendo da sé, quando fino al giorno prima, e dal giorno dopo, ha accusato Fontana di fare troppo da sé.

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