Cristina Bassi
Ci sono anche i vitalizi, le pensioni e le indennità maturate come parlamentare e governatore tra i beni sequestrati dalla Procura della Corte dei conti di Milano a Roberto Formigoni. In totale è stata disposta una misura cautelare a carico dell'ex senatore del valore di 5 milioni di euro, tra immobili, conti correnti e appunto crediti istituzionali. «Non ho mai posseduto e non posseggo questa cifra», ribatte il diretto interessato.
Il sequestro cautelare è stato disposto in relazione alla vicenda Maugeri, per cui Formigoni è stato condannato in sede penale in primo grado a sei anni di carcere. La cifra corrisponderebbe alle «utilità» avute dall'allora presidente della Regione Lombardia da soggetti privati. Il provvedimento riguarda anche altri imputati dello stesso processo, tra cui l'uomo d'affari Pierangelo Daccò e l'ex assessore regionale Antonio Simone. In totale i sequestri disposti dalla Procura contabile ammontano a circa 33 milioni di euro, per un danno erariale contestato di circa 60 milioni. Spiega la Procura della Corte che c'è stata «una complessa e articolata attività istruttoria» con l'«audizione dei dirigenti regionali informati sui fatti». Non solo: «L'istruttoria fondata sulla prova finanziaria-contabile e sulla prova penale ha permesso di accertare l'esistenza di un sistema illecito composto da soggetti interni all'amministrazione regionale e da soggetti esterni, che hanno cooperato in consapevole concorso per la distrazione delle risorse economiche dalle finalità pubbliche». In particolare, «il presidente Roberto Formigoni si è adoperato» per «drenare illecitamente una ingentissima quantità di risorse pubbliche».
La Procura contabile rivela inoltre che Formigoni non ha mai pagato la provvisionale di 3 milioni dovuta (in solido con Simone e Daccò) alla Regione, parte civile nel processo. La provvisionale era stata stabilita dalla sentenza del Tribunale. Aggiungendo che «nessuna rilevanza è stata riconosciuta alle confische disposte dal giudice penale nei confronti degli incolpati, le quali hanno una rilevanza esclusivamente sanzionatoria e non risarcitoria del danno pubblico». Nelle novanta pagine di istanza si elencano nel dettaglio i beni oggetto di sequestro. Ci sono 15 immobili, di cui l'ex senatore è proprietario per un terzo. Quattordici, tutti in un complesso, si trovano a Lecco mentre uno si trova a Sanremo. Poi tre conti correnti e il vitalizio per le tre legislature alla Camera e le tre al Senato, la pensione maturata nelle due legislature al Parlamento Ue e il vitalizio e l'indennità di fine mandato relativi alla guida del Pirellone dal 1995 al 2013. «La notizia è falsa - dichiara Formigoni -. La Corte dei conti non mi ha sequestrato nulla, perché nulla posseggo.
Il sequestro di vitalizi e pensione? Poiché vivo di sola pensione, tutt'altro che d'oro, se anche questa mi venisse tolta vivrò d'aria. Ne guadagnerà la mia linea». L'11 luglio è prevista l'udienza per discutere le misure cautelari disposte dalla Procura.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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