Melato e Missoni nel Pantheon

Renzo Arbore fatica a trattenere la commozione. «É un momento difficile per me, e per l'emozione non riesco a parlare». C'è anche il nome di Mariangela Melato, sua compagna per tanti anni, tra i sette illustri milanesi che da ieri sono iscritti nel Famedio, il Pantheon di Milano. «Era una cosa doverosa - commenta l'artista -, era un'attrice straordinaria e devo rivendicare il fatto che la gente forse non sa che era proprio una grandissima donna, quel poco che so fare l'ho imparato da lei». Sono passati quasi dieci mesi dalla sua scomparsa ma la ferita per la sua mancanza confessa «è ancora apertissima, il lavoro e la musica sono una grande medicina». É emozionata anche Rosita Missoni, ieri al Famedio del Cimitero Monumentale per assistere alla cerimonia del 2 novembre: anche il nome del marito stilista Ottavio morto lo scorso 9 maggio è ora tra le personalità che hanno reso grande Milano. «Sicuramente è una cosa che, se potrà vedere, gli farà piacere - ha commentato accanto alla figlia Angela-, perchè sono tanto gli amici che ha avuto qui intorno e che lo ricordano con affetto». Seduti nelle prime file ci sono anche Renato Mannheimer, Natalia Aspesi, Piero Bassetti. Sulla stele degli illustri oltre alla Melato e Missoni sono iscritti da ieri l'architetto Gae Aulenti, Carlo Basso (ideatore della Città del Sole), l'attore e regista Giancarlo Cobelli, il tennista fausto Gardini e Claudio Sommaruga, geologo esploratore dell'Agip, sottotenente dell'Esercito ed ex deportato politico nei lager nazisti.
Il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo sul palco ha voluto ricordare anche «Franca Rame, Enzo Jannacci, Piero Mazzarella» scomparsi nel corso dell'anno, «Milano ha reso loro omaggio con cerimonie affollate e riposeranno al Monumentale», e ha voluto aggiungere come «esempio di coraggio per Milano Lea Garofalo, la testimone uccisa dalla 'ndrangheta, due settimane fa piazza Fontana era affollatissima per il funerale civile voluto dalla figlia Denise.


«Ritrovarci nel Famedio significa riappropriarci di un sano orgoglio per quello che Milano è ed è stata capace di fare - ha detto il sindaco Giulianp Pisapia durante la cerimonia -. Dedichiamo un abbraccio a persone che ci hanno regalato genio, talento e senso civico. Un esempio soprattutto per i più giovani, la nostra città si riconosce in loro».

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