Menaresta: le bionde brianzole fermentate con il lievito madre

L'azienda di Carate fonde tecnologia e origini contadine

Tra i capisaldi del Birrificio Menaresta c'è il fortissimo legame con il territorio, evidente fin dal nome, che indica la sorgente del fiume Lambro. Anche il logo è un omaggio alla Brianza: riproduce la «sperada», una tipica acconciatura femminile che veniva indossata dalle spose fino a inizio Novecento, sia dalle giovani contadine che dalle nobildonne.

E in effetti il birrificio di Carate Brianza ha una doppia anima: da un lato quella «popolare» e agricola, che si ritrova nella schiettezza e nell'originalità della gamma; dall'altro quella tecnica e ricercata, legata alla costante sperimentazione e all'esplorazione delle nuove frontiere brassicole. La prima cotta risale a poco più di 10 anni fa, precisamente nel 2007, e da allora Enrico Dosoli e suo cugino Marco Rubelli ne hanno fatta di strada, intrecciando il loro percorso con professionisti come Marco Valeriani e Oscar Mancin, che hanno contribuito alla consacrazione del Birrificio Menaresta a livello italiano e internazionale. L'impostazione è di stile belga e anglo-americano e la maggior parte delle birre sono ad alta fermentazione, anche se di recente si stanno sperimentando prodotti a bassa temperatura, sulla scia della pils Bevera.

La collezione si divide in tre tipologie: le birre creative, tra cui spicca

la celebre San Dalmazzo, chiara e leggera, ma generosamente luppolata; le birre speciali, che comprendono le ipa; e le barricate, dove spicca Birra Madre, innovativa lambic fermentata con lievito madre da panificazione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica