Alberto Giannoni
Meritocrazia e rappresentanza territoriale. Attilio Fontana non fa nomi, ma cita i criteri che lo guideranno nella formazione della giunta. «Non c'è stato ancora nessun ragionamento - spiega ai giornalisti che lo aspettano davanti alla sede della Regione Lombardia, dove per la prima volta è arrivato da governatore, incontrando il presidente uscente e il leader leghista Matteo Salvini - Valuteremo con calma quando saranno definitivi i voti e quando ci saremo incontrati con gli alleati, partendo dal presupposto che i numeri contano».
I numeri contano e conteranno. E non si potrà non tenere conto del grande successo elettorale della Lega, che ha toccato il 29,7% con un milione e mezzo di voti in tutta la Lombardia, mentre partiva dal 13 di 5 anni fa (quando la lista Maroni aveva ottenuto un ottimo 10,2%). I leghisti, dunque, potrebbero avere 7 assessori. Naturalmente candidato a un posto in giunta il capolista milanese Gianmarco Senna, che ha ottenuto un ottimo successo in termini di preferenze. Bene anche la varesina Francesca Brianza, assessore uscente e molto probabilmente anche rientrante. Possibile conferma anche per Claudia Terzi, che pure ha ottenuto un seggio anche alle politiche. Molto probabile un incarico al Pirellone anche per l'ex assessore provinciale Stefano Bolognini e si parla di giunta regionale anche per Davide Caparini, esperto di comunicazione a lungo deputato, che ha seguito da vicino la campagna di Fontana, mentre un ruolo di primo piano fra nuovo e vecchio Pirellone potrebbero giocarlo anche Fabio Rolfi e Pietro Foroni. Sempre in area Lega-lista Fontana, un assessorato - probabilmente quello dedicato alle riforme e all'autonomia - toccherebbe al professore Stefano Bruno Galli, ideologo della nuova era autonomista del Carroccio, che potrebbe anche figurare come assessore in quota leghista nell'ipotesi in cui allo sport dovesse essere ripescato Antonio Rossi.
Forza Italia dovrebbe chiedere cinque assessori, e potrebbe ottenerne quattro più la presidenza del Consiglio regionale. Sicuri Giulio Gallera, candidato più votato in tutta la Regione, e Fabrizio Sala, recordman in Brianza. Gallera, che ha giocato la sua campagna elettorale (anche) sui temi sanità, dovrebbe conservare proprio l'assessorato al welfare, che tradizionalmente da tempo viene riservato al secondo partito della coalizione (o a un tecnico). Per Sala si parla di vicepresidenza della giunta e delle deleghe all'Internazionalizzazione e - forse - alle attività produttive. Gli altri assessori possibili azzurri - e Forza Italia potrebbe avere l'urbanistica - sono Silvia Sardone, praticamente sicura in virtù dell'autentico exploit elettorale, Alessandro Mattinzoli o Fabio Altitonante, mentre Gianluca Comazzi potrebbe essere capogruppo, ruolo in cui ha già figurato in Comune. Per lo scranno più alto del Pirellone, che richiede esperienza istituzionale, potrebbe entrare in gioco il sottosegretario Alessandro Fermi.
Un assessorato dovrebbe spettare a Fratelli d'Italia e toccherebbe a Viviana Beccalossi, che ha una notevole esperienza a Palazzo Lombardia dove è stata artefice della nota
legge anti-moschea. E un assessorato (di due che ne aveva Lombardia popolare) potrebbe essere assegnato a «Noi con l'Italia», e in particolare a Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio regionale uscente già ai Trasporti.
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