Metti una giornata in macchina con Chiara, Pound e Scheiwiller...

Tutti gli editori tendono a sfornare più libri che possono? Bene. Loro ne pubblicano pochissimi. Tutti cercano di fare libri per tutti? Loro li fanno per pochi. Tutti vanno a caccia di giovani autori e possibili bestseller? Loro pubblicano soltanto giganti del Novecento italiano (già passati a miglior vita) e testi inediti, o rarissimi. L'editoria, per loro, è una cosa bella, e seria.

«Loro» sono la De Piante editore, maison fondata qualche mese a Milano e che ha stampato finora tre libri: una manciata di lettere inedite di Eugenio Montale (Non posseggo nemmeno una Divina Commedia, uscito a dicembre), un vecchio articolo di Fruttero&Lucentini apparso solo sul Giornale di Montalelli nel 1974 (Modesta proposta per quattro trame eversive) e, ora, un racconto fino a oggi inedito del grande luinese Piero Chiara. Titolo: Viaggio con Ezra Pound, breve ma folgorante resoconto di una lontana giornata del 1960 quando il giovane scrittore, non ancora affermato (Il piatto piange uscirà due anni dopo...), accompagnò con la sua macchina l'editore Vanni Scheiwiller al castello di Brunnenburg, in Tirolo, a prendere il poeta americano Ezra Pound per portarlo a un concerto a Milano... Poche pagine, tanta poesia.

Il libro - stampato solo in 300 copie numerate, su carte pregiate, sovracopertina di artista, legatura a mano e acquistabile online: www.depianteditore.it - sarà presentato oggi pomeriggio al museo MaGa di Gallarate, dalle ore 17.30, in un evento pubblico organizzato dal premio Chiara. Presenti, oltre al curatore del volume Federico Roncoroni (specialista princeps delle opere di Piero Chiara, e non solo), i tre soci della casa editrice De Piante: l'imprenditrice Cristina Toffolo De Piante, il giornalista del Giornale Luigi Mascheroni e il manager culturale Angelo Crespi.

Stampare libri in un'epoca in cui

nessuno o quasi legge, è una sfida. Farlo con materiali ricercati nell'era del digitale, è una follia. Chi scommetterebbe su oggetti-libro da collezionare? Per questo, onore al coraggio (o incoscienza) della De Piante.

GG