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«Wish you were here», cantavano i mitici Pink Floyd, forse la più amata tra le band che hanno scritto la storia del rock e che proprio quest'anno compie 50 anni dalla formazione. Proprio in onore del glorioso mezzo secolo di musica, Milano si apprestava a inaugurare in prima mondiale una grande mostra dedicata a David Gilmour e compagni dal titolo «The Pink Floyd - Their Mortal Remains», le spoglie mortali. Ma oggi il titolo di una delle canzoni più celebri del gruppo - «Wish you were here» suona come una beffa per le migliaia di fan che attendevano - il 19 settembre alla Fabbrica del Vapore - l'esposizione di oltre 300 cimeli da tutto il mondo. Pochi giorni fa i promoter italiani del gruppo - che si appresta a lanciare un nuovo album dopo 20 anni- hanno annunciato su Facebook che la mostra è sospesa a data da destinarsi. La motivazione addotta dall'agenzia Evolve Devolve - che ha promesso il rimborso dei biglietti già acquistati - parla di «ritardi del piano di produzione».

Una vera e propria doccia fredda per i fan a non più di un mese dall'inaugurazione di quella che si annunciava come una delle chicche di apertura della stagione espositiva cittadina. Sul sito ufficiale dei Pink Floyd fioccano le proteste di tutti coloro che - a quanto pare - avevano già acquistato o prenotato il viaggio a Milano per il vernissage. E che paiono poco rincuorati dalle rassicurazioni degli organizzatori che hanno sospeso la prevendita («i biglietti resteranno validi per quando la mostra sarà allestita oppure saranno rimborsabili nei punti vendita»). Tra gli innumerevoli fan della rockband ci sarebbe infatti anche chi ha comprato biglietti aerei o pagato il pernottamento a Milano. Eccone uno che sfoga la sua rabbia contro i promoters italiani: «Vogliamo manifestarvi tutto il nostro disappunto per il vostro comportamento nei confronti di chi, avendovi data fiducia molti mesi prima della manifestazione in oggetto, ha acquistato i pacchetti del primo giorno e non ha ricevuto una vostra comunicazione ufficiale o della vivaticket sullo spostamento a data sconosciuta della mostra. Visto che i nostri dati li avete sempre avuti (indirizzo fisico, di posta elettronica, numero di telefono), correttezza avrebbe richiesto una comunicazione tempestiva e ad personam e non tramite un "twit" o un messaggio su facebook!».

Ma tant'è, e ai fan non resta che attendere notizie sulla futura data della mostra che intende celebrare all'interno di uno spazio di 2.500 metri quadri cinque decenni di carriera dei Pink Floyd.

Un percorso che avrebbe dovuto svilupparsi in ordine cronologico dal 1960 in poi, e comprendente copertine e registrazioni originali, film, set architettonici e scultorei, gonfiabili, strumenti e attrezzature musicali, fotografie, testi, spartiti e quant'altro. Un vero meltin' pot che vuol fare il punto sul grande contributo offerto dalla rockband al mondo musicale, dischi e spettacoli straordinari come «The Dark Side of the Moon» di «The Wall».

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