Cronaca locale

Mezzanotte in metrò, risse e assalti

Contese tra bande e schiamazzi alla fermata «Udine». Ma nessuno interviene

Mezzanotte in metrò, risse e assalti

Mezzanotte di un sabato qualsiasi. Il mese non ha importanza, tanto lo spettacolo è sempre lo stesso.

La banchina della metropolitana Udine (linea verde, direzione Cologno/Gessate) gremita di giovani: la maggior parte minorenni (alcune sono ragazze) che danno il via a quello che pare un rito tribale: colpire violentemente i due distributori automatici di bibite e snack. Lo fanno per far «cadere» gratis qualcosa, oppure - più probabilmente - solo per far casino. Sono super eccitati da alcol e spinelli (le nuvole di fumo e l'odore dolciastro non lascia dubbi sulla tipologia di «fumo»).

A volte, alla stessa fermata, si incrociano comitive diverse: e allora basta un niente per far scoppiare le risse. Volano gli insulti. Si passa alle vie di fatto. Bottiglie spaccate. Minacce con i cocci di vetro.

L'eco delle urla riecheggia nell'aria: la gente che abita nei palazzi attorno spia da dietro le finestre. L'istinto sarebbe affacciarsi e gridare cose brutte. Ma equivarrebbe a precipitare al livello di quella teppaglia, abbruttendosi come loro. Continui così a guardare da dietro le tendine. Ti fanno pena. Ma ti fa pure rabbia quel senso di impunità. Pensi: ma perché l'addetto della metropolitana, che vede tutto dal display del suo gabbiotto, non interviene? Ma poi pensi: cosa potrebbe fare una persona, da sola, contro tanti esagitati? Rischierebbe grosso. E allora pensi: potrebbe chiamare la polizia o i carabinieri. La stessa cosa potremmo fare noi cittadini. In più occasioni l'abbiamo fatto ma le forze dell'ordine, in una Milano notturna, hanno ben altre priorità. Non resta allora che ricorrere agli agenti della sicurezza privata dell'Atm.

«Su questo fronte abbiamo potenziato le risorse - sottolinea l'Azienda dei trasporti milanesi -. Abbiamo assunto uomini e potenziato pattuglie e servizi di controllo e prevenzione dei reati che si consumano in metropolitana». Che sarà anche vero, però resta il fatto che ogni sabato, puntualmente, ci sono stazioni che si trasformano in una terra di nessuno dove spadroneggiano le baby gang. Dove ogni legge sembra sospesa. Ogni regola abolita. Ogni norma dimenticata. È il regno dei prepotenti. Dei delinquenti un pò vigliacchi. Perché abituati a prendersela con i più deboli.

In metropolitana si consumano reati gravi (in primis borseggi e molestie sessuali) ma anche assaltare i distributori automatici e fare a botte funestando le notti di centinai di residenti è un comportamento ugualmente odioso.

A concordare sono gli stessi dipendenti (controllori e macchinisti) dell'Atm che soprattutto nelle ultime corse del sabato si trovano a fare i conti con bande di scalmanati. Sono loro stessi a consigliare i viaggiatori: «Protestate contro l'Atm. Denunciate questa situazioni a polizia e carabinieri. Così non si può più andare avanti. I pericoli sono per noi ma anche per voi». Sui treni e sulle banchine, dopo una certa ora, regna il terrore. Atti vandalici e aggressioni sono sempre in agguato. I responsabili? Per lo più adolescenti che si trasformano in branco «caricandosi» l'uno con l'altro. In gruppo ognuno si sente più forte, più coraggioso, più imbattibile. Pure chi, preso singolarmente, se la farebbe addosso con un semplice «Bu!».

Basterebbe poco per disinnescare (se non del tutto, almeno in parte) i rischi e ripristinare un minimo d'ordine: quattro addetti alla security dell'Atm che da mezzanotte all'una (orario di partenza dell'ultimo metrò) presidino la banchina della MM Udine e di tutte le altre dove vengano segnalate analoghe situazioni di disagio. Dinanzi a una divisa - possibilmente indossata da un vigilante fisicamente ben piazzato - i lupi si calmerebbero subito. Mutandosi in agnelli; o, almeno, in pecore. In attesa che arrivi l'ultimo metro e se li porti via.

Le luci sulla banchina si spengono. Le serrande si abbassano. La gente può finalmente dormire in pace.

Fino al prossimo sabato notte.

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