Cronaca locale

"La mia OnDance per ricordare la Fracci. Show classici e tango"

La star da domani al 6 in scena al Castello «Commistione di generi e interpreti diversi»

"La mia OnDance per ricordare la Fracci. Show classici e tango"

Anche se il tempo della pandemia non è ancora terminato, non è sicuramente il tempo di smettere di danzare, e di pensare alla danza come cura dello spirito e del corpo. L'arte è l'antidoto più efficace contro la depressione delle stagioni difficili, e Roberto Bolle lo sa: non a caso il suo progetto «OnDance» non ha mai smesso di fare e pensare danza, nel settembre dello scorso anno così come in questo scorcio di fine estate 2021.

Atteso in città da domani al 6 settembre, «OnDance» prosegue la sua missione di promozione artistica con eventi, spettacoli, open class (ogni giorno al Castello Sforzesco). Il via del cartellone (accessibile al sito https://ondance.it/) il giorno 2 con la grande mostra realizzata presso le Gallerie d'Italia di piazza della Scala «Passo a due - Roberto Bolle e Giovanni Gastel»: l'arte di Roberto Bolle immortalata da quella del grande fotografo, amico personale del danzatore. Imperdibile il doppio evento al Castello Sforzesco con il Final Show del 6 settembre e, idealmente collegato a «OnDance», «L'Opera Meravigliosa», serata nella quale Bolle sarà testimonial per uno show benefico per il restauro della Guglia della Madonnina del Duomo. Anche nel tempo più difficile del primo lockdown, «OnDance» non si era fermato, conquistando le piattaforme social, generando un prodotto per la tv, mentre il suo ideatore e fondatore si è tuffato in una estate di continui sold out con il Gala «Roberto Bolle and Friends» nelle tre date del Circo Massimo di Roma, in piazza Ss. Annunziata di Firenze e nelle due date all'Arena di Verona. Insomma, a 46 anni, Roberto Bolle dimostra ancora una volta di essere la declinazione positiva del mito letterario di Dorian Gray. Il tempo gli scorre accanto, e lui danzando lo schiva con maestosa eleganza.

Partiamo dalla dedica: «OnDance» omaggia Carla Fracci.

«Carla fu un'artista visionaria che comprese l'importanza di portare la danza a tutti. In quei tempi, penso agli anni Settanta, seppe sfruttare anche la tv. E non era facile».

Ci sono molte affinità con la sua missione in Rai, con «Danza con me»: commistioni e divulgazione al grande pubblico. «Danza con me» tornerà in tv come ogni gennaio?

«La speranza è questa. Quel programma è entrato nel cuore delle persone, oltre che nel mio. Poi, ovviamente, si deve interagire con la dirigenza Rai, non dipende solo da me».

A proposito di speranza: è ottimista o attendista sulla ripresa degli spettacoli?

«Sono abbastanza ottimista, le cose si evolvono al meglio, anche se mi dispiace vedere che il teatro, con il mantenimento del 50% dei posti a sedere, viene ancora penalizzato. Nonostante il green pass, che personalmente condivido».

La pandemia ha generato riflessioni inedite sulla malattia. Come l'ha vissuta? Ha temuto che il vaccino potesse condizionare la sua efficienza fisica?

«Soprattutto all'inizio, ai tempi del primo lockdown, è stato un periodo molto duro. Sono venuti a mancare, per noi danzatori, gli allenamenti quotidiani, le prove continue, ed è stata una vera sfida mantenere le motivazioni a tenersi fisicamente al top della condizione. Quanto al vaccino, ho avuto totale fiducia nella scienza. Mi sono vaccinato con la speranza di uscire al più presto da questa stagione».

Tornando a «OnDance», che differenze ci sono tra le due serate speciali del 6 e del 7 settembre?

«Sono eventi con programmi diversi e che vedono coinvolti artisti completamente diversi. La prima è legata allo spirito di OnDance, quello della commistione dei generi: ci saranno interpreti di ogni tipologia di danza, dal tango allo swing fino all'hip hop, e non mancherà la presenza degli studenti del workshop di quest'anno. Tra gli ospiti musicali ci saranno Davide DiLeo in arte Boosta, Petra Magoni e Ferruccio Spinetti. L'evento del 7 sarà di stampo classico, con musica dal vivo: sulle note di Mozart, Bach, Saint-Saëns sarò accompagnato da artisti come Nicoletta Manni, Agnese Di Clemente e Vittoria Valerio».

Lei è piemontese di nascita ma ha un rapporto speciale con Milano: qual è il segreto di questa relazione speciale?

«Non so dirlo in parole. Però so che Milano e La Scala mi hanno reso ciò che sono, hanno permesso il mio sogno. Milano è stato il trampolino di lancio, e quando Milano chiama io ci sono, come per questo restauro del Duomo».

Cosa fa Roberto Bolle quando non danza?

«Passo la maggior parte del tempo con i miei cari e i miei amici, in compagnia.

Durante il lockdown mi sono rifugiato nelle serie tv, ma la mia grande passione fuori dalla danza, dopo le persone, è il cinema».

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