Milan, attacco finale per lo stadio

Consegnata ieri l'offerta economica per l'area del Portello. Martedì la scelta tra i tre progetti

Il countdown è partito. Tra tre giorni si riunirà il Comitato esecutivo di Fondazione Fiera per aprire le buste e decidere in giornata (a meno di un rinvio, se i 9 membri non raggiungessero subito l'accordo) il futuro del Portello. Ieri alle 12 scadevano i termini per formalizzare le proposte rimaste in gara dopo il bando lanciato a fine gennaio e tutti e tre i concorrenti hanno confermato l'interesse, consegnando la busta con l'offerta economica. Martedì prossimo il Comitato presieduto da Benito Benedini dovrà valutare i plichi e decidere quale tra il Milan Stadium presentato dalla società rossonera, il «Magnete» di Prelios o la «Milano Alta» di Vitali spa rinviare al consiglio generale di Fondazione Fiera già convocato il 25 giugno per il via libera definitivo. Dopo aver raggiunto ieri l'accordo con Bee Taechaubol per cedergli il 48% del Milan per circa mezzo miliardo, Silvio Berlusconi vorrebbe vincere la sfida per realizzare uno stadio di proprietà del club al posto dei padiglioni 1 e 2 della vecchia Fiera e proprio a due passi da «Casa Milan». Anzi, proprio dall'operazione arriverebbero «soldi freschi» per realizzare l'impianto da 42mila posti, interrato fino a 15 metri, pronto per il 2020. Gli ostacoli: una parte dell'area (15mila mq) fa capo per un incastro societario al gruppo Prelios che è concorrente. E quello spazio è occupato da Citroen, che ha rinnovato solo un anno fa la concessione. Ma Berlusconi avrebbe messo sul piatto circa 35 milioni per bypassarlo. Solo 8.400 metri quadri, ma più ostici, sono invece di proprietà del Comune. Per questo il progetto (unico dei tre) dovrebbe passare dal Consiglio per la modifica di una variante. La sinistra radicale e la Pd Rosaria Iardino hanno preventivamente scatenato il comitato «No stadio» (giorni fa hanno invaso la posta dei consiglieri con centinaia di mail, scatenando più irritazione che voti a favore di una mozione anti-Milan presentata dalla Iardino). Ma dalla parte del Milan c'è invece una dichiarazione di qualche settimana fa del premier Matteo Renzi: ha annunciato un decreto legge sugli stadi che favorirà i privati che vogliano realizzaee impianti nelle città. Il Portello è la prima scelta, ovviamente, se non andasse a buon fine sembra che Barbara Berlusconi stia sondando come alternative l'ex scalo Farini, l'area della caserma Perrucchetti e, ipotesi non tramontata, quella del post-Expo.

Prelios ha consegnato la busta alle 11.30. Il vicepresidente esecutivo Massimo Caputi riguardo alla parte economica mantiene il riserbo («è molto articolata, non quantizzabile in un numero»). Il «Magnete» è un parco tecnologico interattivo e musicale, con sale prova e registrazione, prevede un polo sanitario preventivo, dedicato all'assistenza e alla ricerca, hotel, un giardino di 10mika metri quadri sul tetto per eventi, feste, ma anche planetario. «Milano Alta», realizzabile in 18 mesi, è «l'unico progetto che non ha bisogno di reperire altre aree» precisa la Vitali spa.

Cuore del progetto è una green street in stile New York, una pista ciclopedonale sospesa a 7 metri d'altezza lungo tutto viale Scarampo. A favore sia del «Magnete» che della green street ci sono i tempi di realizzazione più rapidi. Ma la scelta sarà fatta da Fiera anche (se non soprattutto) sulla base della ricaduta economica.

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